2006-08-10 14:15:03

Indonesia: migliaia di manifestanti contro la condanna a morte di 3 cristiani


(10 agosto 2006 - RV) Migliaia di persone stanno manifestando in queste ore in diverse città dell’Indonesia contro l’esecuzione della pena capitale, prevista sabato, per i tre cristiani ritenuti responsabili degli scontri di Poso nel 2001. Il servizio.

Oltre cinquemila persone chiedono la riapertura di un “processo ingiusto”, che ha condannato a morte Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwa, i tre cattolici ritenuti responsabili degli scontri tra cristiani e musulmani nel 2001 a Poso, nelle isole Sulawesi. Migliaia di abitanti della provincia indonesiana di East Nusa Tenggara, riferisce l’agenzia Asianews, stanno manifestando contro l’esecuzione capitale fissata dalle autorità per il 12 agosto. Numerosi i cortei in diverse città che chiedono al presidente Susilo Bambang Yudhoyono di ascoltare la voce del popolo. Gli avvocati che difendono i tre cattolici hanno fatto sapere che, se l’Ufficio del pubblico ministero di Sulawesi ha ufficialmente deciso, il capo di Stato deve ancora pronunciarsi sulla seconda richiesta di grazia inviata dalle famiglie. “Ogni piano per portare a termine la condanna a morte – spiega uno dei difensori dei condannati – è illegale, se prima non arriva una risposta da Susilo”. Lo prevede la legge N° 22/2002 sulla clemenza presidenziale. Intanto, a Jakarta, i rappresentanti di numerose Ong si stanno riunendo al Wahid Institute, retto dall’ex presidente indonesiano Abdurrahman “Gus Dur” Wahid, già in passato schieratosi al fianco dei tre cattolici. All’appuntamento ci saranno anche membri del Sinodo delle Chiese indonesiane e della Conferenza episcopale indonesiana. Sempre nella capitale, il governatore della provincia di Ntt, Peter “Piet” Tallo, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha chiesto la cancellazione della sentenza e la riapertura del caso. Tra i promotori delle dimostrazioni di oggi anche padre Maxi Un Bria, della Commissione Giustizia e Pace dell’arcidiocesi di Kupang. Il sacerdote ha diffuso un comunicato in cui invita i cattolici locali a manifestare pacificamente e a pregare per i condannati. “La morte di un uomo – dice – è nelle mani di Dio, non di un plotone di esecuzione”. A Makassar, provincia di sud Sulawesi, stanno manifestano anche molti studenti del gruppo Students to Defend and Care for Justice, convinti che la decisione di giustiziare Tibo e i suoi amici sia “insensata e del tutto sbagliata”.








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