Dopo 11 giorni, ancora infuocato lo scenario in Medio Oriente
(21 luglio - RV) E' sempre alta la tensione al confine tra Libano e Israele. Si intensificano
le voci di un attacco di terra dell'esercito di Israele che ha richiamato i riservisti
e lanciato volantini intimando i civili ad abbandonare il Sud del Libano. Il servizio
è di Stefano Leszczynski
L’appello
di Benedetto XVI ad aprire corridoi umanitari per la popolazione libanese è stato
rilanciato dalla comunità internazionale. Nessuna obiezione da parte di Israele, mentre
iniziano a giungere i primi aiuti concreti. La Commissione europea ha stanziato, infatti,
10 milioni di euro per gli sfollati. Per il momento, però, dopo 10 giorni di bombardamenti
israeliani sulle principali infrastrutture libanesi, nel Paese dei Cedri la situazione
dal punto di vista umanitario resta davvero drammatica. Lo conferma, al microfono
di Salvatore Sabatino, Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato ONU
per i rifugiati
Ed ora
l’analisi politica. Quale potrà essere l’evoluzione del conflitto? Giancarlo La Vella
lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale a Beirut del Sole 24 Ore
E
su quanto sta accadendo in Libano sentiamo al microfono di Debora Donnini Padre
Jean Azzam, parroco libanese e professore di sacra scrittura, raggiunto telefonicamente
a Beirut
Più volte
in passato la popolazione israeliana si è mostrata divisa nel giudizio nei confronti
delle scelte militaristiche del governo, ma questa volta anche gli intellettuali,
e in generale i pacifisti, si sono schierati al fianco di Gerusalemme. Il perché lo
spiega Lisa Palmieri, corrispondente da Roma del Jerusalem Post, ma anche rappresentante
in Italia e presso la Santa Sede dell’America Jewish Committee e membro della Ong
“Religioni per la pace”. L’intervista è di Francesca Sabatinelli