FILIPPINE: DOPO L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE LA CHIESA ANNUNCIA RINNOVATO IMPEGNO
PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DELLE CARCERI
MANILA, 11 mag ’06 - Dopo la vittoria ottenuta con l’abolizione della pena
di morte, il 25 giugno, la Commissione episcopale filippina per la pastorale carceraria
ha annunciato di voler “rinvigorire la campagna per risolvere i problemi del sistema
penitenziario nazionale”. Ed è questo obiettivo di un incontro che vedrà riuniti il
28 luglio a Lucena, circa 150 fra cappellani carcerari e volontari della provincia
di Luzon. Il tema dell’incontro sarà “Restaurare la dignità dell’uomo, curare le ferite
e costruire una comunità”. L’assemblea, spiegano gli organizzatori, si propone di
offrire indicazioni per un approccio comune e sistematico ai problemi della pastorale
carceraria e per migliorare il servizio ai detenuti. Il sistema carcerario nelle Filippine
ha una serie di problemi che la Chiesa giudica “molto gravi”: fra questi, in primo
luogo la sovrappopolazione e la conseguente promiscuità fra criminali recidivi e giovani
al primo, e spesso lieve, reato e le pessime condizioni igieniche che favoriscono
la diffusione di malattie. A Manila, per fare un esempio un carcere costruito per
ospitare 800 detenuti ne ospita di fatto 5mila. Le carceri hanno inoltre pochi fondi
e mancano di personale. I detenuti muoiono per tubercolosi, varicella e altre malattie
che si diffondono con rapidità. Inoltre molti prigionieri muoiono prima del processo.
La Conferenza episcopale delle Filippine ritiene che i detenuti siano tra “i più poveri
fra i poveri” e quindi meritano l’attenzione della Chiesa. La Commissione per la pastorale
carceraria è nata proprio con questo scopo ed opera da anni nelle prigioni con un
servizio di volontari che lavorano per la riabilitazione dei detenuti, in particolare
dei giovani. (Asianews – ZENGARINI)