(13 maggio 2006 - RV) Esattamente un anno fa i fatti di Andijan, in Uzbekistan: il
12 maggio la popolazione scese in piazza per protestare contro le politiche repressive
del governo del presidente Karimov e la diffusa povertà del Paese centro-asiatico.
Il giorno seguente centinaia di persone furono arrestate, molte altre vennero sottoposte
a maltrattamenti e torture. Il bilancio ufficiale fornito da Taskent parla di 187
vittime per quella che è stata definita un’insurrezione di terroristi islamici. Ma
oggi Amnesty International, in un rapporto, chiede alla comunità internazionale di
non chiudere gli occhi su ciò che avvenne l’anno scorso ad Andijan. Ce ne parla Riccardo
Noury, portavoce della sezione italiana dell’organizzazione, intervistato da Giada
Aquilino: