2006-05-13 15:57:04

Il commento di padre Rupnik al Vangelo della V Domenica di Pasqua:"Io sono la vite, voi i tralci"


In questa 5a Domenica di Pasqua, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù si presenta come la vera vite: il Padre è il vignaiolo. Ogni tralcio che in Lui non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo póta perché porti più frutto. Ecco le parole di Gesù:

“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.


Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik: RealAudioMP3

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Nella nostra fede Dio non si riduce ad un’idea, per bella ed alta che sia. Dio è una persona vivente e credere non vuol dire pensare o volere Dio. La nostra fede rivela che tra Dio e l’uomo esiste una vera e propria relazione e questa relazione non dipende dalla sola attenzione umana e non può esaurirsi nello sforzo umano di mantenere questa relazione. L’uomo vive perché Dio si relaziona con lui. L’esistenza umana affonda in Dio, la linfa vitale, quella che fa vivere l’uomo, ci unisce a Dio perché da Lui proviene, così come sono uniti il tralcio e la vite. Se il tralcio si stacca dalla vite, appassisce, non porta frutto, anzi si secca. Perciò è primario l’impegno dell’uomo a curare il rapporto con Dio da cui dipende il nostro agire. Non è sufficiente essere attenti a quali frutti vogliamo portare, come devono essere, come curarli, se non siamo preoccupati di essere attaccati alla vite.
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