Celebrazioni a Fatima e San Pietro per il 25° anniversario dell'attentato a Giovanni
Paolo II
(13 maggio 2006 - RV) La spianata di Fatima gremita all’inverosimile e una pioggia
di petali bianchi ad accompagnare, in processione, la statua della Madonna: così la
città portoghese ha ricordato stamattina il 25.mo anniversario dell’attentato a Giovanni
Paolo II. Una solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta dal cardinale Stanislao
Dziwisz, arcivescovo di Cracovia ed ex segretario di Giovanni Paolo II, mentre è attesa
per questo pomeriggio alle 17, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa celebrata dal
cardinale Camillo Ruini. Ma sentiamo il servizio di Isabella Piro.
********** Nella
sua devozione a Maria, Papa Wojtyla è divenuto protagonista del compiersi del messaggio
della Beata Vergine ai pastorelli di Fatima. E’ stato questo il punto focale dell’omelia
del cardinale Stanislao Dziwisz. Con parole toccanti, il porporato ha ricordato il
pontificato di Giovanni Paolo II:
“Un pontificato vissuto ripetendo ogni
giorno il suo motto: ‘Totus tuus’, Maria. E non solo nelle parole, ma veramente con
uno spirito di totale dedizione fino agli ultimi giorni dell’agonia e nell’ora della
morte”.
Giovanni Paolo II, ha continuato il cardinal Dziwisz, credeva che
il mistero della maternità spirituale di Maria ha avuto il suo adempimento nella storia
con un’ampiezza senza confini. Una maternità che vuol dire sollecitudine per la vita
del figlio e dunque per tutti gli uomini, una premura di portata universale. Il coraggio
di Papa Wojtyla è stato ricordato anche stamattina da monsignor Liberio Andreatta,
amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che ha aperto a Roma, nell’Aula
Paolo VI, le celebrazioni per la seconda Giornata Mondiale del pellegrino:
“Giovanni
Paolo II è stato un grande patriarca, come Abramo, e come Abramo, grande padre nella
fede!”.
Sul significato della figura di Maria si è inoltre soffermato l’arcivescovo
di Bombay, cardinale Ivan Dias. La vita della Beata Vergine – ha detto il porporato
anch’egli parlando dall’Aula Paolo VI – si può racchiudere in tre parole: fiat – magnificat
– stabat, ossia sia sempre fatta la volontà di Dio, sia lode sempre a Dio, anche nei
momenti di difficoltà, e sia sempre fedele la scelta di una vita cristiana, senza
farsi tentare dalla via della mediocrità.
E sarà proprio il cardinal Dias
a guidare la processione che, alle 14.30, porterà la statua pellegrina della Madonna
di Fatima da Castel Sant’Angelo a San Pietro. La sacra scultura sosterà per qualche
minuto sul lato destro del colonnato, nel punto esatto in cui Giovanni Paolo II fu
colpito da Alì Agca. Proprio in quel punto, ieri è stata posta una lapide di marmo
commemorativa che riporta lo stemma di Papa Wojtyla e la data dell’attentato. Un segno
analogo è stato collocato anche presso la sede del Fondo Assistenza Sanitario all’interno
della Città del Vaticano. Ma quale significato ha l’arrivo della statua pellegrina
della Madonna di Fatima in Vaticano nel 25° anniversario dell’attentato a Papa Wojtyla
e a poco più di un anno dalla sua morte? Fabio Colagrande lo ha chiesto al cardinale
Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova.
R. – Ha un grande significato
spirituale, direi anche mistico e pastorale. Cioè: sottolinea ancora una volta il
profondo legame tra Fatima, tra il mistero, il messaggio di Fatima e Papa Giovanni
Paolo II; tra Fatima e la Chiesa, la Chiesa di Roma, la Chiesa dei Papi. E sottolinea
anche la grande devozione di Papa Benedetto verso la Madonna. Papa Benedetto ha dato
una splendida definizione di Maria: “Maria, Chiesa nascente”. Quindi, è un segno di
continuità, anche, con il nostro carissimo e indimenticato Papa Giovanni Paolo II.
D.
– Eminenza, lei che ricordo ha dell’attentato del 13 maggio di 25 anni fa?
R.
– Io mi trovavo all’Università Pontificia Salesiana. Sono rimasto come tutti sconcertato,
commosso; siamo rimasti subito catturati dalla necessità di elevare la nostra preghiera,
attaccati alla radio, per sentire le notizie ora per ora sullo sviluppo della situazione.
E poi, il giorno dopo, siamo stati rasserenati dall’intervento materno di Maria, dalle
notizie che il Papa si era ripreso e che si poteva sperare!
D. – Cardinal
Bertone, lei ricorda quando Giovanni Paolo II iniziò a legare la sua guarigione, da
quei colpi di pistola, a un intervento proprio della Vergine di Fatima?
R.
– So per certo che il Papa dall’ospedale Gemelli mandò a prendere nell’Archivio segreto
della Congregazione per la Dottrina della Fede, il testo della terza parte del segreto
di Fatima per leggerlo personalmente e meditarlo. Questo anche è un fatto molto significativo:
la convinzione del Papa di collegare la sua salvezza, il suo miracoloso salvataggio,
al mistero di Fatima. E poi, ricordo molto bene quando nell’incontro con il Papa,
nell’Anno Santo, è stata esaminata tutta la visione di Fatima, è stato esaminato il
testo della terza parte del segreto e il Papa ha deciso di mandare me, che all’epoca
ero segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, a Coimbra, da suor
Lucia, per parlare con lei e chiedere anche la sua interpretazione della terza parte
del segreto.
D. – In quel colloquio del 2001, che lei ebbe con suor Lucia,
la veggente di Fatima le confermò l’interpretazione della terza parte del segreto,
data da Giovanni Paolo II?
R. – Perfettamente. Perché lei disse: “Noi bambini
eravamo convinti, subito convinti, che il vescovo vestito di bianco, fosse il Papa.
Non sapevamo quale Papa”. E alla domanda che ci siamo posti tutti, che si è posto
anche l’allora cardinale Ratzinger, nella sua profonda interpretazione teologica,
è stata: “Ma il Papa Giovanni Paolo II non è morto, in forza dell’attentato; è sopravvissuto!
Anche suor Lucia ha dato questa interpretazione!”. Ma certo: perché si è levata la
preghiera e la penitenza di tutto il popolo cristiano. Prima dell’attentato, l’accompagnamento
alle predizioni di Fatima, all’accorata invocazione della Madonna e, subito dopo l’attentato,
nella notte del 13 maggio, in modo da operare con la preghiera, la penitenza, l’offerta
della propria vita – quante persone hanno offerto la propria vita! – per l’intercessione
materna, provvidente e potente di Maria, operare il ‘riscatto’ del Papa da quel vile
attentato, e operare così la sua guarigione. Salvarlo dalla morte e consegnarlo alla
Chiesa come pastore della Chiesa universale. **********