2006-05-12 16:33:13

Bufera sul calcio italiano: indagati dirigenti, arbitri, giocatori e giornalisti. Mons. Mazza: ci vuole una grande riforma


(12 maggio 2006 - RV) In Italia, continua la bufera che sta colpendo il mondo del calcio: il presidente dimissionario della Federazione Italiana Gioco Calcio, Franco Carraro, è indagato dalla Procura di Napoli. Luciano Moggi, direttore generale dimissionario della Juventus, sarà interrogato lunedì prossimo a Roma. E tra gli indagati, ci sono anche Antonio Giraudo, amministratore delegato dimissionario della Juventus, i presidenti di Lazio e Fiorentina Lotto e Della Valle. Nell’inchiesta è coinvolto anche il club del Milan. E ancora: calciatori, arbitri e giornalisti. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla frode sportiva. Le presunte irregolarità riguarderebbero almeno 19 le partite del campionato di calcio di serie A del 2004-2005. Sull’attuale difficile momento del calcio italiano, ascoltiamo, al microfono di Luca Collodi, il responsabile dell’Ufficio per lo sport e tempo libero della CEI, mons. Carlo Mazza:

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R. – Vorrei dire questo: prima di giudicare occorre valutare, occorre sapere bene ogni cosa, i dettagli. Secondo, da quello che si legge emerge un sottofondo, diciamo, uno scantinato terribile da un punto di vista dell’etica sportiva, ma anche della cultura sportiva italiana, e vorrei dire anche di quella che è la trasparenza economica del nostro calcio, perché, evidentemente, i profili sono molto diversi, ma tutti si configurano attorno alla grande parola “etica”. Certamente occorre prendere in mano questo calcio e valutare attentamente tutti i profili, tutte le situazioni e procedere con grande coraggio verso una riforma e un’autoriforma, perché il calcio è in grado, ha le risorse per poter riformarsi.

D. – E’ anche vero, però, che da tempo ormai si parla di un calcio italiano malato. Da dove si può ripartire?

R. – Anzitutto non bisogna togliere la fiducia e soprattutto quella che è l’adesione al gioco del calcio, che è una grande avventura, un grande fenomeno culturale, sociale, sportivo. Dunque i valori ci sono tutti ancora, non è che siamo piombati nel nulla. Occorre, però, che questi valori siano messi in primo piano, che siano soprattutto vissuti a tutti i livelli. Occorre anche vedere anche la complessità del calcio. Allora bisognerebbe mettere in fila un po’ le priorità. Primo, che ci sia la trasparenza economica e che i bilanci siano veramente a posto. Secondo, che ci siano le autonomie dei diversi organismi, prima di tutto con gli arbitri, che non ci siano collusioni tra arbitri e società sportive. Terzo, occorre che cresca il soggetto di vigilanza e di controllo da parte della Federazione. I ragazzi hanno bisogno di segni concreti. Laddove c’è stato lo scandalo, ci vuole un segno contrario di chi invece si dedica con grande trasparenza, con grande passione a loro.

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