2006-05-08 18:31:03

BOSNIA-ERZEGOVINA: I CATTOLICI BOSNIACI ANCORA DISCRIMINATI: COSI’ IL CARDINALE PULJIC IN UN’INTERVISTA




WASHINGTON, 9 mag. ’06 - Il cardinale Vinko Puljic, presidente della Conferenza episcopale bosniaca, ha nuovamente denunciato nei giorni scorsi le difficili condizioni in cui ancora vivono i cattolici in Bosnia-Erzegovina a più di dieci anni dalla fine della guerra. Intervistato a Washington dall’agenzia Cns, l’arcivescovo di Sarajevo ha affermato che la comunità cattolica bosniaca continua a sentirsi minacciata e discriminata da un sistema politico iniquo e dalle ingerenze di alcuni Stati islamici che finanziano la comunità musulmana. Il dialogo per una convivenza pacifica tra cattolici e musulmani nel Paese - ha detto - dipende dall’evolversi della situazione politica e questa vede oggi la comunità croato-bosniaca, in maggioranza cattolica, ancora fortemente penalizzata. A differenza degli ortodossi della vicina Repubblica Srpska – l’entità serba della Federazione bosniaca dove l’ortodossia è religione di Stato – i cattolici hanno molte difficoltà a costruire chiese, non possono accedere ai media per fare sentire la loro voce e non sono tutelati dal governo e dalle forze dell’ordine. A tutto questo si aggiunge l’irrisolto problema dei rifugiati della guerra del 1992-1995: a più di 10 anni dagli accordi di Dayton, ha detto il cardinale Puljic, “solo 12mila dei 220mila rifugiati” hanno potuto fare rientro a casa, mentre ai croato-bosniaci è negato l’accesso ai finanziamenti della comunità internazionale destinati ai rifugiati. Per tutto questo la Conferenza episcopale bosniaca insiste per una riforma costituzionale che garantisca realmente pari diritti a tutti: “Tutto quello che vogliamo – ha detto l’arcivescovo - sono gli stessi diritti dei musulmani e dei serbi”.
(Cns – ZENGARINI)








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