PRETORIA, 4 mag 06. - “Vai al nord, giovane”. È l’invito con il quale l’allora Vescovo
di Grahamstown nella Provincia del Capo, in Sudafrica, accolse i primi missionari
gesuiti che si apprestavano a intraprendere la loro missione in Africa Australe. Era
il 1879, la Chiesa cattolica scontava un certo ritardo nell’evangelizzazione dell’Africa,
anche a causa della soppressione nel 1773 della Compagnia di Gesù. La Compagnia
venne poi ricostituita nel 1814 e poté insieme a nuovi istituti missionari, come ad
esempio il Padri dello Spirito Santo e i Missionari d’Africa, avviare un programma
di evangelizzazione del continente africano. La storia della presenza dei gesuiti
in Africa Australe è stata rievocata da una relazione di padre Eddie Murphy, il
19 di aprile, presso l’Arrupe College. Nel 1879, annota padre Murphy, da Grahamstown
dove il Vescovo aveva messo a disposizione una scuola, un gruppo internazionale di
gesuiti, guidato dal belga padre Herni Depelchin, che aveva avuto in precedenza alcune
esperienze missionarie in India, intraprese un cammino (“trek”) di mille miglia su
carri trainati da buoi verso il fiume Zambesi. Fu una marcia di 15 chilometri al giorno,
quando il tempo era buono, e in condizioni difficilissime. Nonostante ciò i gesuiti
riuscirono a proseguire la loro missione e addirittura a suscitare in Europa un vivo
interesse per le loro imprese. Scrivevano infatti delle lettere che furono diffuse
in Belgio, in Francia e in Germania. (Fides - MANCINI)