2006-04-14 08:31:27

Benedetto XVI presiede la Via Crucis al Colosseo. Il commento di mons. Angelo Comastri, autore delle meditazioni


(14 aprile 2006 - RV) Venerdì Santo: volgiamo “lo sguardo al cuore trafitto del Redentore” che sulla Croce rivela il senso dell’amore “nella sua forma più radicale”, “un amore che sorpassa ogni conoscenza”, amore di Dio che “si dona per rialzare l’uomo e salvarlo”. Così il Papa durante l’udienza generale di mercoledì ha spiegato ai fedeli il senso del giorno in cui la Chiesa fa memoria della morte del suo Signore. Questa sera, alle 21.15, Benedetto XVI presiederà per la prima volta la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Il Pontefice porterà la croce alla prima e alla quattordicesima Stazione. Quest’anno le meditazioni sono state affidate all’arcivescovo Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Giovanni Peduto gli ha chiesto a quali criteri si è ispirato: 00:02:42:86

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R. – Il criterio di fondo è questo: nella Passione di Cristo confluisce la storia di tutta l’umanità. E pertanto, guardando la Passione di Cristo, noi possiamo capire la storia degli uomini, una storia nella quale i buoni vengono umiliati, i miti vengono aggrediti, gli onesti vengono calpestati, i puri di cuore vengono beffardamente derisi, e allora viene la domanda, ed è una domanda che attraversa tutta la Via Crucis: “Ma chi è il vincitore”? Se Dio stesso porta la Croce ed è condannato, chi è il vincitore? Chi dirà l’ultima parola? Ebbene, ripercorrendo la strada della Croce di Gesù, noi abbiamo una certezza: l’ultima parola la dice Dio. Il cammino della Croce ci aiuta a capire il dramma della storia, ma a noi come credenti ci assicura che l’ultimo giorno non è il Venerdì Santo: l’ultimo giorno è la Pasqua. E la Pasqua è la vittoria del bene sul male, dell’amore sull’odio, e quindi è la vittoria dei buoni perché è la vittoria del buono per eccellenza, del buono infinito che è Dio.

D. – Quale messaggio vuole dare con le sue meditazioni?

R. – Innanzitutto, in alcune stazioni, soprattutto nelle stazioni che ricordano le cadute di Gesù, io mi sono chiesto: “Ma che cos’è che oggi pesa nella Passione di Cristo”? E nella prima caduta, io ho pensato che la prima sofferenza che Gesù ha provato è proprio quella di aver avvertito che nel mondo sta scomparendo il senso del peccato. Il peccato è il vero veleno della storia, è la vera infezione dell’umanità. Il peccato è ciò che fa male all’uomo, perché non dobbiamo mai dimenticare che il male è male perché fa male. Ebbene, Gesù deve aver sofferto immensamente nel vedere la stoltezza, la stupidità umana che beve il veleno senza accorgersene. E la sua sofferenza grida al mondo, grida agli uomini: “State attenti! Guardate che cosa fa il peccato! Io, entrando nella vostra storia piena di peccato, mi sono trovato aggredito, mi sono trovato percosso, mi sono trovato crocifisso e ho accettato la sofferrenza per dirvi quanto il peccato vi faccia male”. Se noi aprissimo gli occhi … Allora ecco, la seconda parola: se aprissimo gli occhi e riconoscessimo che il peccato ci fa male. Ecco, dicevo, la seconda parola: Dio è pronto al perdono. Perché nella Croce di Cristo da una parte grida il peccato, dall’altra parte grida l’amore di Dio che dice: “Io ti amo ancora; io sono qui per perdonarti. Se mi apri il cuore, io entro dentro e lo sano”.

D. – Lei, nell’accingersi alla stesura di questo testo della Via Crucis, si è affidato a Maria. Nella Via Crucis, qual è il ruolo della Madonna?

R. – Nella riflessione che io propongo, più volte ritorna la figura di Maria. Non solo nell’incontro della Madre con il figlio, ma anche nella deposizione dalla Croce, io propongo una lunga meditazione sulla presenza di Maria. E nella quarta stazione – l’incontro di Gesù con la Madre – io mi sono affidato ad una preghiera che mi è nata proprio dal cuore, nella quale ho detto: “Signore Gesù, abbiamo tutti bisogno della Madre”. Abbiamo bisogno di un amore che sia vero e fedele, abbiamo bisogno di un amore che non vacilli mai, abbiamo bisogno di un amore che sia rifugio sicuro per il tempo della paura, del dolore e della prova che arriva per tutti. Per questo, abbiamo bisogno di Maria: la donna, la sposa, la madre che non deforma e non rinnega mai l’amore. Maria è la Madre. E in ogni Via Crucis è presente questa Madre, perché Gesù dalla Croce ha detto a Maria: “Donna – cioè, creatura nella quale tutta la bellezza, tutta la delicatezza del mondo femminile raggiunge il suo vertice – donna, io ti affido Giovanni: ecco il tuo figlio”. Cioè, ti affido ogni uomo nel percorso della sua croce. E Maria, con il cuore che aveva e con il cuore che ha, non può non prendere sul serio queste parole di Gesù. Per questo, noi abbiamo la certezza che in ogni Via Crucis è presente Maria. E’ presente la Madre, con la tenerezza materna che ci traduce il cuore infinitamente buono di Dio.
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