Il commento di padre Rupnik al Vangelo della IV Domenica di Quaresima
In questa 4a Domenica di Quaresima, la Liturgia ci presenta il dialogo tra Gesù e
Nicodemo. Il Signore dice:
“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così
bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia
la vita eterna”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo
gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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Chiunque è stato morso dal serpente è guarito guardando il serpente innalzato
da Mosè. Il simile cura il simile. Chiunque contempla il Figlio di Dio appeso sul
legno della croce e aderisce a Lui sarà salvo, perché scopre la vera immagine di Dio.
La vita eterna consiste nel conoscere Dio e Colui che il Padre ha mandato.
L’inizio
del male era il peccato di Adamo, la convinzione che Dio è geloso delle sue cose e
persino di se stesso. Ora, invece, contempliamo l’amore di Dio che si affida nelle
nostre mani e si lascia maltrattare e persino uccidere. Toccati dal suo corpo nelle
nostre mani, contempliamo il suo amore e allora torniamo a Lui. A Lui aderisce il
nostro cuore e noi viviamo perché affidati a Colui che ci ha amato per primo, che
si è dato a noi quando eravamo ancora nemici di Dio. *********