2006-03-22 17:03:26

No della Russia all'ultimatum ONU all'Iran per il nucleare


(22 marzo 2006 - RV) La Russia è contraria ad un ultimatum del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che preveda il ricorso a sanzioni nei confronti dell’Iran a causa delle ambizioni nucleari del governo di Teheran. Con queste parole il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha ribadito il “no” di Mosca al documento dell’AIEA, all’esame dell’ONU, nel quale si chiede alla Repubblica islamica di sospendere il suo programma nucleare. Ieri pomeriggio, i contrasti tra i 15 membri del Consiglio di sicurezza hanno fatto optare per un rinvio a data da destinarsi di ogni decisione nei confronti dell’Iran. Ma a questo punto, c’è il rischio di una profonda spaccatura nella comunità internazionale? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato del “Sole 24 Ore”, appena rientrato dall’Iran: RealAudioMP3
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R. – La spaccatura già si era verificata ed era largamente prevedibile: sia la Russia che la Cina non avrebbero voluto un deferimento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Mosca e Pechino non vogliono, soprattutto, che si arrivi ad una procedura che possa portare in un futuro, più o meno lontano, a delle sanzioni. La strategia cinese-russa sarebbe quella di rinviare all’Agenzia internazionale dell’Energia atomica tutto il dossier per ricominciare il negoziato.
D. – Perché Mosca è contraria ad un ultimatum che preveda sanzioni nei confronti di Teheran?
R. – Essenzialmente, per un motivo di carattere strategico di ampia portata, sia per la questione nucleare, sia a seguito delle vicende che hanno coinvolto gli Stati Uniti in Medio Oriente. I russi hanno l’opportunità di ritornare da protagonisti in Medio Oriente da dove erano stati, ricordiamolo, cacciati dopo la guerra in Afghanistan. E poi, dopo il crollo dell’impero sovietico, la Russia si era praticamente ritirata dalle sue posizioni politico-diplomatiche-militari in Medio Oriente. E, invece, questa è un’ottima opportunità per loro: hanno la possibilità di influenzare i processi regionali, di ritornare da protagonisti in una regione fondamentale. Credo che poi, alla fine, si arriverà ad un ritorno ai negoziati dell’AIEA, con la partecipazione anche degli europei. Bisogna anche ricordare che i russi avevano l’idea di arricchire l’uranio in territorio russo e poi di fornirlo alle centrali nucleari civili iraniane. Ma questo accordo non è stato accolto in modo largamente favorevole dalla leadership iraniana, che non vuole legarsi mani e piedi ai russi. L’Iran vede comunque di buon occhio una partecipazione europea a questo processo.
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