Pace oltre le divisioni etniche, famiglia, sette e AIDS: le sfide per la Chiesa del
Camerun nelle parole del Papa ai vescovi in visita ad Limina
(18 marzo 2006 - RV) Una pace che superi le divisioni etniche, una pastorale in grado
di fronteggiare la crisi della famiglia, l’offensiva delle sette e l’AIDS: queste
le sfide per la Chiesa in Camerun di cui ha parlato il Papa nel discorso ai vescovi
del Camerun ricevuti stamane al termine della visita ad Limina. Il servizio di Fausta
Speranza:
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contesto economico e sociale sfavorevole, i legami familiari messi a dura prova dalla
precarietà e fragilità dei rapporti, l’offensiva delle sette che approfittano della
credulità della gente per allontanare da Cristo e dalla Chiesa, differenti pratiche
religiose che proliferano nelle comunità, il flagello dell’AIDS: quando il Papa dice
ai vescovi del Camerun che li ha attentamente ascoltati nella loro visita ad Limina,
sottolinea tutte le sfide che impegnano la Chiesa nel Paese africano. Lo fa incoraggiando
i presuli a “perseverare nello spirito di un dialogo sincero e paziente vissuto nella
verità e nella carità”:
“ÉGLISE AU CAMEROUN, DANS CETTE REGION DE L’AFRIQUE
CENTRALE TANT MEURTRIE PAR LES GUERRES …”
Ricorda che il Paese si trova
nella regione dell’Africa centrale martorizzata dalle guerre e chiede di “edificare
una pace che superi le chiusure identitarie o etniche, che allontani la tentazione
della vendetta e del risentimento e che stabilizzi gli uomini in relazioni nuove fondate
sulla giustizia e sulla carità”. Accanto alle preoccupazioni non mancano però le gioie
della Chiesa africana che Benedetto XVI vuole ricordare sottolineando il “numero
crescente di sacerdoti e di seminaristi” in Camerun e “il lavoro paziente dei missionari”
che precede le vocazioni. Proprio ai sacerdoti va l’incoraggiamento del Papa a “lasciarsi
rinnovare dalla carità pastorale”, con parole forti su quanto esige tale carità: una
vita casta vissuta nel celibato in conformità con la legge della Chiesa, un sano esercizio
dell’autorità, un equilibrato rapporto con i beni materiali”. Per quanto riguarda
la missione a servizio della società, Benedetto XVI incoraggia una pastorale familiare
che offra ai giovani un’educazione affettiva e morale esigente perché siano in grado
di vivere rapporti saldi che diano stabilità alle famiglie e alla società e l’amore
totale e esclusivo che comporta il matrimonio. Il Papa auspica per tutti “un’intimità
sempre più grande con Cristo, nutrita dalla parola di Dio e dall’intensa preghiera”,
anche quando cita altre sfide come le sette e l’AIDS. Il frutto dovrebbe essere una
“catechesi strutturata” e un’esigente e continua formazione dei catechisti”.
“THE
CHURCH IS CALLED TO BECOME MORE AND MORE A HOME AND A SCHOOL OF COMMUNION…”
La Chiesa sia “casa e scuola di comunione”, raccomanda Benedetto XVI, che pronuncia
queste parole passando dal francese all’inglese. Sottolinea infatti che la Conferenza
Episcopale del Camerun, composta da vescovi che parlano inglese e da altri che parlano
francese, è essa stessa simbolo dell’unità che sperimenta e che serve portando avanti
l’evangelizzazione presso un popolo segnato dalle differenze etniche. **********