2006-03-16 16:53:30

Ebrei, cristiani e musulmani insieme per la pace: così il Papa all’American Jewish Committee


( 16 marzo 2006 - RV) “I leader religiosi hanno la responsabilità di lavorare per la riconciliazione attraverso un dialogo genuino e atti di solidarietà umana”: è quanto ha sottolineato Benedetto XVI nel saluto alla Delegazione dell’“American Jewish Commit-tee”, ricevuta stamane in Vaticano. Su quanto il Papa ha detto del particolare rapporto tra ebrei e cristiani, ci riferisce nel servizio Fausta Speranza: RealAudioMP3


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Il legame che c’è tra Ebrei e Cristiani è unico tra le religioni nel mondo: a renderlo tale – dice il Papa – è il “ricco patrimonio comune”:


“THE RECENT CELEBRATION OF THE 40TH ANNIVERSARY OF THE …”


Benedetto XVI sottolinea concetti importanti ricordando che la recente celebrazione del 40esimo anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate ha accresciuto il desiderio comune di maggiore conoscenza reciproca e di un crescente dialogo caratterizzato da mutuo rispetto e amore”. La Chiesa non può dimenticare il popolo con il quale Dio ha stretto la santa alleanza, afferma il Papa ricordando, poi, che “Ebraismo, Cristianesimo e Islam” credono in un solo Dio, Creatore del cielo e della terra”. Tutte e tre le religioni monoteistiche “sono chiamate a cooperare per il bene comune dell’umanità, a servire la causa della giustizia e della pace”. E il Papa spiega che grande attenzione deve essere data all’insegnamento del rispetto nei confronti di Dio, delle religioni e dei loro simboli, dei luoghi santi e dei luoghi di culto:


“RELIGIOUS LEADERS HAVE A RESPONSIBILITY TO WORK FOR …”
“I leader religiosi hanno la responsabilità – afferma il Papa – di lavorare per la riconciliazione attraverso un dialogo genuino e atti di umana solidarietà”.


In conclusione la preghiera che vengano confermati gli sforzi di gettare ponti di comprensione al di là delle barriere.


Va detto che nelle sue parole di saluto il presidente dell’“American Jewish Committee” Comitato degli ebrei americani, E. Robert Goodkind, sottolinea la “relazione storica” che il Comitato ha con la Santa Sede, in particolare dal Concilio Vaticano II. E poi ha espressioni di apprezzamento: per la “chiara determinazione” con cui la Santa Sede ha coltivato lo spirito del Concilio in questi anni e per l’impegno del Papa nel condannare l’antisemitismo.
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