2006-03-14 16:44:44

I vescovi nigeriani invitano il governo a rispondere alle speranze dei cittadini


(14 marzo 2006 - RV) I grandi temi della società nigeriana sono stati al centro della conferenza dei vescovi del Paese africano, che nel documento finale invitano presidente e governo a rispettare le attese dei cittadini in ambito politico, come sicurezza e il rispetto dei diritti umani. Il servizio di Roberta Gisotti. RealAudioMP3

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ABUJA. = “La Chiesa in Nigeria: mantenendo viva la speranza”: così titola la nota dei presuli, prendendo atto dei gravi problemi socio-politici del loro Paese. In primo piano, la possibile modifica della Costituzione per permettere al presidente in carica, Olusengun Obasanjo, di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. “Quale che sia il risultato del dibattito”, i vescovi auspicano “libere e oneste elezioni”, elezioni legislative e presidenziali in programma nel 2007. “Se anche il terzo mandato fosse reso legale attraverso una revisione costituzionale – osservano i presuli – quanti sono al momento al potere dovrebbero considerare se è etico cambiare le regole a loro vantaggio a metà del gioco”. Che “questo emendamento” – si auspica allora nella nota – sia dunque “realmente una decisione onesta dei nigeriani e non il risultato di una manipolazione per la propria perpetuazione nell’ufficio contro i desideri del popolo”. I vescovi non dimenticano le drammatiche urgenze della popolazione, che ha “un disperato bisogno di forniture elettriche, di acqua potabile e di strade migliori”. Quindi deprecano “l’insicurezza di vita e di proprietà”, che “fa vivere i cittadini nella paura e spaventa gli ospiti, gli investitori e i turisti allontanandoli”. Nel comunicato, si fa riferimento anche alla crisi nel Delta del Niger, attribuendone la colpa alla “perdurante ingiustizia sociale nei confronti della regione che contribuisce largamente” all’economia nazionale. Infine, il doloroso capitolo sugli scontri recenti in varie parti del Paese, a seguito della pubblicazione in occidente delle vignette blasfeme su Maometto. I presuli nigeriani condannano “la distruzione di vite e proprietà in nome della religione”, denunciando che “il fallimento degli agenti di sicurezza nel salvaguardare vite e proprietà è un fallimento del governo”. “Questi scontri – scrivono a chiare lettere – sono stati orchestrati con intenzioni dubbie. C’è perciò un urgente bisogno che il governo sia all’altezza delle sue responsabilità identificando, isolando, disarmando e processando assassini e piromani, fanatici e terroristi”. E per commemorare le vittime degli scontri, i vescovi segnalano che l’Associazione cristiana nigeriana ha invitato tutti i cattolici ad osservare due giorni di preghiera, il 27 e il 28 marzo.
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