I vescovi nigeriani invitano il governo a rispondere alle speranze dei cittadini
(14 marzo 2006 - RV) I grandi temi della società nigeriana sono stati al centro della
conferenza dei vescovi del Paese africano, che nel documento finale invitano presidente
e governo a rispettare le attese dei cittadini in ambito politico, come sicurezza
e il rispetto dei diritti umani. Il servizio di Roberta Gisotti.
********** ABUJA.
= “La Chiesa in Nigeria: mantenendo viva la speranza”: così titola la nota dei presuli,
prendendo atto dei gravi problemi socio-politici del loro Paese. In primo piano, la
possibile modifica della Costituzione per permettere al presidente in carica, Olusengun
Obasanjo, di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. “Quale che sia il risultato
del dibattito”, i vescovi auspicano “libere e oneste elezioni”, elezioni legislative
e presidenziali in programma nel 2007. “Se anche il terzo mandato fosse reso legale
attraverso una revisione costituzionale – osservano i presuli – quanti sono al momento
al potere dovrebbero considerare se è etico cambiare le regole a loro vantaggio a
metà del gioco”. Che “questo emendamento” – si auspica allora nella nota – sia dunque
“realmente una decisione onesta dei nigeriani e non il risultato di una manipolazione
per la propria perpetuazione nell’ufficio contro i desideri del popolo”. I vescovi
non dimenticano le drammatiche urgenze della popolazione, che ha “un disperato bisogno
di forniture elettriche, di acqua potabile e di strade migliori”. Quindi deprecano
“l’insicurezza di vita e di proprietà”, che “fa vivere i cittadini nella paura e spaventa
gli ospiti, gli investitori e i turisti allontanandoli”. Nel comunicato, si fa riferimento
anche alla crisi nel Delta del Niger, attribuendone la colpa alla “perdurante ingiustizia
sociale nei confronti della regione che contribuisce largamente” all’economia nazionale.
Infine, il doloroso capitolo sugli scontri recenti in varie parti del Paese, a seguito
della pubblicazione in occidente delle vignette blasfeme su Maometto. I presuli nigeriani
condannano “la distruzione di vite e proprietà in nome della religione”, denunciando
che “il fallimento degli agenti di sicurezza nel salvaguardare vite e proprietà è
un fallimento del governo”. “Questi scontri – scrivono a chiare lettere – sono stati
orchestrati con intenzioni dubbie. C’è perciò un urgente bisogno che il governo sia
all’altezza delle sue responsabilità identificando, isolando, disarmando e processando
assassini e piromani, fanatici e terroristi”. E per commemorare le vittime degli scontri,
i vescovi segnalano che l’Associazione cristiana nigeriana ha invitato tutti i cattolici
ad osservare due giorni di preghiera, il 27 e il 28 marzo. **********