STATI UNITI/PAKISTAN: I VESCOVI USA LAMENTANO GLI ATTACCHI ALLE CHIESE CRISTIANE
ORLANDO, 3 nov. - I vescovi degli Stati Uniti protestano per gli ultimi attacchi
alle chiese in Pakistan ed esprimono solidarietà con l’“indifesa” comunità cristiana
nel Paese. Mons. Thomas Wenski, vescovo di Orlando e presidente del Comitato di politica
internazionale, ha inviato una lettera all’ambasciatore pakistano negli Stati Uniti,
Jehangir Karamat, chiedendo al diplomatico di trasmettere ad Islamabad “il profondo
dolore e disappunto” che provano “molti amici del Pakistan” negli Usa riguardo “gli
attacchi non contrastati alla leale e pacifica minoranza cristiana, cattolica e protestante,
nel suo Paese”. Nella lettera il presule ricorda che la Conferenza episcopale americana
aveva già scritto all’ambasciatore in occasione degli “attacchi terroristi” del 12
novembre scorso a Sangla Hill, dove migliaia di musulmani hanno distrutto e bruciato
tre chiese cristiane, un convento, due scuole cattoliche, la casa di un pastore protestante
e quella del parroco cattolico, un ostello per ragazze e alcune case di cristiani
nel villaggio. “Mi preoccupa – rimarca mons. Wenski – che a quella lettera, inviata
a nome della Conferenza episcopale Usa, non ho mai ricevuto risposta e che ora si
presenti una nuova occasione per portare alla sua attenzione altri gravi incidenti”. Il
vescovo spiega poi a cosa si riferisce: “Scrivo per protestare nel modo più forte
possibile contro gli oltraggiosi attacchi che altri fondamentalisti islamici hanno
portato a termine a Sukkur, nella provincia di Sindh, dove il 19 febbraio più di 500
persone hanno distrutto la centenaria chiesa cattolica di Santa Maria e la sala di
preghiera San Salvatore della Church of Pakistan”. Diretta la critica all’operato
di polizia e autorità locali: dalle ricostruzioni dei fatti si evince che “polizia
e pompieri sono intervenuti in sospetto ritardo, sebbene avessero ricevuto la segnalazione
da tempo”. Dopo aver ricordato altri attentati “a chiese e scuole cristiane a
Peshawar e Kawanlit, nel Punjab”, mons. Wenski conclude la sua lettera “con la speranza
di essere ascoltato” e assicurando le sue preghiere “per il benessere di tutta la
popolazione pakistana”. (Asianews – MANCINI)