Benedetto XVI alla Radio Vaticana: il Papa parla in diretta dai microfoni dell'emittente
(03 marzo 2006 - RV) 03 marzo 2006 - RV) Grande festa e grande gioia oggi alla Radio
Vaticana per la visita di Benedetto XVI giunto nella sede di Palazzo Pio per celebrare
i 75 anni dell’Emittente. Il Papa è stato accolto dal direttore generale p. Federico
Lombardi, dal direttore dei Programmi p.Andrea Koprowski e dal direttore tecnico
ed amministrativo dott. Alberto Gasbarri, Il Papa ha percorso le varie sezioni
dell’Emittente salutando il personale della Radio che lo ha accolto con entusiasmo
e affetto. Quindi è entrato nella regia 3, dove l’allora cardinale Karol Wojtyla
effettuò numerose registrazioni radiofoniche per il programma polacco, e dopo aver
benedetto una targa a ricordo ha rivolto in diretta un saluto agli ascoltatori:
**********
Cari fratelli e sorelle, saluto di cuore tutti gli ascoltatori e ascoltatrici
della Radio Vaticana e auguro loro la pace e la gioia del Signore. Per me è una grande
gioia essere qui. Siamo consapevoli che 75 anni fa Papa Pio XI ha inaugurato la Radio
Vaticana e dato così una nuova voce alla Santa Sede, anzi alla Chiesa e al Signore,
una voce con la quale si poteva adesso realmente eseguire il mandato del Signore:
“Annunciate il Vangelo a tutte le creature fino ai confini della terra”. Nel frattempo
in questi 75 anni la tecnica si è molto perfezionata e sofisticata e oggi la voce
della Radio Vaticana può entrare in tutte le parti del mondo, in tante case e soprattutto
in una bella reciprocità, non solo parlando, ma accettando le risposte, un vero dialogo,
per capire, per rispondere e per costruire così la famiglia di Dio, perché mi sembra
questo sia il senso di un mezzo di comunicazione come questo: aiutare a costruire
questa grande famiglia che non conosce frontiere, nella quale, nella molteplicità
delle culture, delle lingue, tutti sono fratelli e sorelle, e così sono una forza
della pace. Vorrei augurare a tutti coloro che mi ascoltano in questo momento che
possano realmente sentirsi coinvolti in questo grande dialogo della verità. Nel mondo
dei mezzi di telecomunicazione non mancano, come sappiamo, anche voci contrastanti.
E tanto più è importante che esista questa voce che vuole realmente mettersi al servizio
della verità di Cristo, e così mettersi al servizio della pace e della riconciliazione
del mondo. Auguro ai collaboratori che possano essere efficaci, collaboratori in questa
grande opera di pace del nostro Signore e ringrazio per tutto quello che fate giorno
per giorno, forse anche notte per notte, e auguro agli ascoltatori che loro stessi,
coinvolti in questo grande dialogo di eventi, siano testimoni della verità, di una
forza della pace nel mondo. ********** Dopo un breve momento di preghiera
nella Cappella dell’Annunciazione è venuto il momento dei discorsi nella Sala Marconi.
Di seguito pubblichiamo il testo del discorso del Santo Padre :
*********** Signori
Cardinali, venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, cari fratelli
e sorelle!
Volentieri sono venuto tra voi, in questa bella sede di Palazzo
Pio, che il Servo di Dio Paolo VI ha voluto mettere a disposizione della Radio Vaticana.
Vi saluto tutti cordialmente e vi ringrazio per la vostra accoglienza. Saluto, in
particolare, il Reverendo Preposito Generale della Compagnia di Gesù, Padre Peter-Hans
Kolvenbach, e lo ringrazio per il servizio che fin dalle origini della Radio Vaticana
i Gesuiti rendono alla Santa Sede, fedeli al carisma ignaziano di piena dedizione
alla Chiesa e al Romano Pontefice. Saluto il Cardinale Roberto Tucci e il Padre Antonio
Stefanizzi, come anche il Padre Pasquale Borgomeo forzatamente assente per precedenti
impegni, i quali per diversi anni sono stati Direttori Generali della Radio Vaticana.
Saluto il Padre Federico Lombardi, attuale Direttore Generale, e gli sono riconoscente
per le parole che mi ha indirizzato a nome di tutti voi. Sono grato pure al Signor
Candi, che ha interpretato i sentimenti dei dipendenti laici. Il mio pensiero va in
questo momento anche ai dipendenti trattenuti nelle altre sedi dell’Emittente - il
Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, la Palazzina Leone XIII e la Palazzina
Marconi - e che prendono parte a questo incontro in collegamento audio e video. Saluto
i vostri colleghi già in pensione, i numerosi collaboratori, i familiari ed amici,
e quanti avrebbero voluto essere presenti, ma non hanno potuto per la ristrettezza
dello spazio disponibile. Il mio saluto si estende inoltre agli ascoltatori delle
vostre trasmissioni, sparsi in ogni parte del mondo.
Le suggestive immagini
di 75 anni fa ci presentano la prima stazione Radio Vaticana, che oggi può sembrare
modesta. Sapeva però Guglielmo Marconi che la strada aperta dalla scienza e dalla
tecnica avrebbe grandemente influito sulla vita dell’umanità. Anche il mio venerato
Predecessore Pio XI era ben consapevole dell’importanza che il nuovo strumento di
comunicazione, di cui la Chiesa stava dotandosi, avrebbe avuto per la diffusione del
magistero pontificio nel mondo. Il suo primo radiomessaggio, che il 12 febbraio 1931
inaugurò la storia della vostra Emittente, era diretto con originale solennità “a
tutte le genti e ad ogni creatura”. Negli anni seguenti, durante la seconda guerra
mondiale, il Servo di Dio Pio XII con i suoi storici radiomessaggi poté fare udire
a tutti i popoli parole di conforto, moniti ed appassionate esortazioni alla speranza
e alla pace. E quando il comunismo estese il suo dominio su diverse nazioni dell’Europa
centrale e orientale e su altre parti della Terra, la Radio Vaticana moltiplicò i
programmi e le lingue di trasmissione, per far sì che giungesse alle Comunità cristiane
oppresse da regimi totalitari la testimonianza della vicinanza e della solidarietà
del Papa e della Chiesa universale. Con il Concilio Vaticano II si prese ancor più
consapevolezza dell’importanza che gli strumenti della comunicazione avrebbero avuto
nella diffusione del messaggio evangelico in questa nostra epoca, e la vostra Emittente
con validi e moderni mezzi tecnici prese a sviluppare una programmazione radiofonica
sempre più ricca e articolata. Oggi, infine, grazie alle più avanzate tecnologie,
in particolare satelliti e internet, voi siete in grado di produrre programmi in diverse
lingue, che vengono ripresi e trasmessi da numerose emittenti in ogni continente,
raggiungendo così un ancor più vasto bacino di ascoltatori.
Cari amici, di
tutto questo non possiamo non ringraziare il Signore e, al tempo stesso, pregarlo
perché continui ad assistervi nel vostro lavoro. Invocatelo con le parole scritte
sulla facciata principale di questa vostra sede: “Adsis Christe, eorumque aspira laboribus,
qui pro tuo nomine certant – Assistici, o Cristo, e ispira le fatiche di coloro che
combattono per il tuo nome”. Sì! La vostra è la “buona battaglia della fede”, secondo
le parole dell’apostolo Paolo (cfr 1 Tm 6,12), per diffondere il Vangelo di Cristo.
Essa consiste, come si legge nel vostro Statuto, nell’“annunciare con libertà, fedeltà
ed efficacia il messaggio cristiano e collegare il centro della cattolicità con i
diversi Paesi del mondo: diffondendo la voce e gli insegnamenti del Romano Pontefice;
informando sull’attività della Santa Sede; facendosi eco della vita cattolica nel
mondo; orientando a valutare i problemi del momento alla luce del magistero ecclesiastico
e nella costante attenzione ai segni dei tempi” (n. 1.3).
E’ questa una missione
che rimane sempre attuale, anche se con il tempo cambiano le circostanze e le modalità
per attuarla. In effetti, la Radio Vaticana non è più oggi una sola voce che si irradia
da un unico punto, come avveniva dalla prima stazione marconiana. E’ piuttosto un
coro di voci, che risuona in più di quaranta lingue e può dialogare con culture e
religioni diverse; un coro di voci, che percorre le vie dell’etere grazie alle onde
elettromagnetiche e si diffonde capillarmente per rimanere inciso lungo i nodi e le
maglie di quella rete telematica sempre più fitta che avvolge il pianeta. Continuate,
cari amici, ad operare nel grande areopago della comunicazione moderna, facendo tesoro
della straordinaria esperienza da voi vissuta durante il Grande Giubileo dell’Anno
2000 e ancor più in occasione della morte dell’amato Papa Giovanni Paolo II, un evento
che ha mostrato quanto l’umanità desideri conoscere la realtà della Chiesa. Ma non
dimenticate che, per portare a compimento la missione affidatavi, occorre certo un’adeguata
formazione tecnica e professionale, ma è necessario soprattutto che coltiviate incessantemente
in voi uno spirito di preghiera e di fedele adesione agli insegnamenti di Cristo e
della sua Chiesa. Vi aiuti e vi protegga sempre la Vergine Maria, Stella della nuova
evangelizzazione. Rinnovandovi i sentimenti della mia riconoscenza, volentieri imparto
a voi, cari fratelli e sorelle qui presenti, la mia Benedizione, estendendola alle
persone a voi care e a tutti gli ascoltatori della Radio Vaticana. *****
Questo
è l’indirizzo del direttore generale padre Federico Lombardi:
Beatissimo
Padre,
Lei ha avuto la bontà, non solo di venire a visitarci in questa casa,
dove la maggior parte di noi lavora ogni giorno, non solo di pregare con noi e per
il nostro lavoro, ma anche di percorrere con pazienza i nostri corridoi, entrare nelle
nostre regie, nei nostri studi, (parlare ai nostri microfoni,) entrare nei nostri
uffici, lasciarsi ritrarre insieme a tutti i nostri gruppi, per lasciarci un bel ricordo
di quest’ora di grazia. In una parola, ci ha dimostrato di esserci vicino, con
quella gentilezza e semplicità che La contraddistinguono. Grazie, Santo Padre!
Ne siamo veramente commossi! Con Lei ringrazio Sua Eccellenza Monsignor Sostituto
e il Padre Generale Kolvenbach per aver voluto essere con noi oggi. Li consideriamo
non solo Superiori, ma amici.
Noi siamo lieti di lavorare nella Radio del Papa.
Questo è il compito che ci è stato assegnato nella vigna del Signore e che svolgiamo
ogni giorno, anzi giorno e notte - alternandoci fra noi – senza interruzione da decine
di anni, con costanza e con entusiasmo. Siamo convinti che il nostro tempo e le nostre
forze sono ben spesi nel comunicare quello che dice il Papa, quello che la Chiesa
annuncia per il bene di tanti nostri fratelli e sorelle in obbedienza al Vangelo di
Gesù. Sappiamo bene che gli ascoltatori che si sintonizzano sulle nostre frequenze,
o i navigatori che attraverso complessi percorsi telematici pervengono al nostro Sito,
desiderano in realtà trovare più Lei che noi, e attraverso di Lei la buona notizia
del Vangelo e la sapienza della Chiesa.
La profondità e l’urgenza di questa
attesa ci sprona a cercare tecniche, metodi e linguaggi sempre nuovi per rispondere
alla nostra missione. Siamo grati alla Santa Sede che ci affida con fiducia e generosità
non poche risorse per compiere questa missione: noi siamo consapevoli di doverle usare
bene, con saggia economia e senso di responsabilità. Chi ci ha preceduto in questi
75 anni – e vorrei ricordare in questo momento in particolare i molti colleghi e amici
che hanno già raggiunto la meta della vita eterna – chi ci ha preceduto ci ha lasciato
un’eredità ricchissima di scienza, di intelligenza, di impegno e di amore per questo
servizio. Noi lo sappiamo e desideriamo esserne degni, valorizzarla e proiettarla
nel futuro, raccogliendo l’invito del suo indimenticabile Predecessore, di navigare
al largo senza paura in questo terzo millennio drammatico e appassionante, in cui
le sfide della comunicazione sociale si profilano fra le più cruciali per l’avvenire
dell’umanità. Possiamo navigare senza paura anche ora: alla guida della barca c’è
sempre il Papa, c’è Lei.
Ci dica la Sua parola che incoraggia ed orienta.
Le nostre menti sono attente, i nostri cuori sono pronti ad accoglierla e a metterla
in opera. E ci benedica.
******
E questo è il saluto di Alessandro
Candi da parte dei dipendenti laici della Radio Vaticana:
Santità, è con
grande emozione che Le porgo il saluto dei dipendenti laici della Radio Vaticana.
E'
un’immensa gioia averLa oggi tra noi: in questa sede, in collegamento con la Palazzina
Leone XIII ed il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, dove si svolge ogni
giorno il nostro lavoro al servizio del Suo Magistero e della Sede Apostolica.
E'
questo per noi un motivo di orgoglio, sapendo di contribuire così alla diffusione
nel mondo dell'annuncio evangelico e della Sua voce. Grazie all' impegno delle nostre
quaranta redazioni linguistiche milioni di persone dei cinque continenti La possono
comprendere nel proprio idioma e nella propria cultura, sperimentando l'universalità
della Chiesa.
Noi stessi costituiamo un piccolo campione di questa umanità
così variegata, e talvolta, travagliata: come dipendenti della Radio Vaticana rappresentiamo
ben cinquantanove nazionalità diverse. Insieme alle nostre famiglie, che condividono
con noi questo servizio e a nome delle quali Le porgo un calorosissimo e affettuosissimo
saluto, portiamo qui, al centro della cattolicità, le speranze e le preoccupazioni
di tanti popoli e delle loro chiese che vivono un momento storico difficile e pieno
di incognite.
Santo Padre, non spetta certamente a me sottolineare la ricchezza
e le potenzialità di cui dispone la Radio Vaticana, che in 75 anni di attività è cresciuta
in professionalità, anche nei suoi dipendenti. E' con soddisfazione che constatiamo
in tante occasioni come le nostre competenze ci permettano di inserirci a pieno titolo
nel mondo delle comunicazioni sociali, tenendo il passo con le più avanzate sfide
tecnologiche. Come "Radio del Papa" siamo apprezzati per la qualità del nostro lavoro
giornalistico e tecnico, che molti ci invidiano.
E questo, grazie anche alla
guida dei padri Gesuiti.Nei momenti difficili, che non sono mancati, come in quelli
di maggiore soddisfazione lavorativa, hanno saputo preservare le relazioni umane ed
il rispetto di ciascuno. Sempre puntando ad essere una comunità di persone,
una famiglia, luogo in cui si condividono gioie e dolori, ma anche si ascoltano le
diversità di opinioni, in un clima di fratellanza umana e cristiana.
Santo
Padre, Le rinnovo a nome di tutti i dipendenti laici della Radio il nostro più sincero
e affettuoso saluto. Le assicuriamo il nostro impegno a costituire sempre quella "Comunità
di lavoro" che, come "un cuore solo ed un 'anima sola", La accompagna nel Suo servizio
alla Chiesa ed all'umanità.