2006-03-03 11:58:40

Benedetto XVI alla Radio Vaticana: il Papa parla in diretta dai microfoni dell'emittente


(03 marzo 2006 - RV) 03 marzo 2006 - RV) Grande festa e grande gioia oggi alla Radio Vaticana per la visita di Benedetto XVI giunto nella sede di Palazzo Pio per celebrare i 75 anni dell’Emittente. Il Papa è stato accolto dal direttore generale p. Federico Lombardi, dal direttore dei Programmi p.Andrea Koprowski e dal direttore tecnico ed amministrativo dott. Alberto Gasbarri,
Il Papa ha percorso le varie sezioni dell’Emittente salutando il personale della Radio che lo ha accolto con entusiasmo e affetto. Quindi è entrato nella regia 3, dove l’allora cardinale Karol Wojtyla effettuò numerose registrazioni radiofoniche per il programma polacco, e dopo aver benedetto una targa a ricordo ha rivolto in diretta un saluto agli ascoltatori: RealAudioMP3

**********
Cari fratelli e sorelle, saluto di cuore tutti gli ascoltatori e ascoltatrici della Radio Vaticana e auguro loro la pace e la gioia del Signore. Per me è una grande gioia essere qui. Siamo consapevoli che 75 anni fa Papa Pio XI ha inaugurato la Radio Vaticana e dato così una nuova voce alla Santa Sede, anzi alla Chiesa e al Signore, una voce con la quale si poteva adesso realmente eseguire il mandato del Signore: “Annunciate il Vangelo a tutte le creature fino ai confini della terra”. Nel frattempo in questi 75 anni la tecnica si è molto perfezionata e sofisticata e oggi la voce della Radio Vaticana può entrare in tutte le parti del mondo, in tante case e soprattutto in una bella reciprocità, non solo parlando, ma accettando le risposte, un vero dialogo, per capire, per rispondere e per costruire così la famiglia di Dio, perché mi sembra questo sia il senso di un mezzo di comunicazione come questo: aiutare a costruire questa grande famiglia che non conosce frontiere, nella quale, nella molteplicità delle culture, delle lingue, tutti sono fratelli e sorelle, e così sono una forza della pace. Vorrei augurare a tutti coloro che mi ascoltano in questo momento che possano realmente sentirsi coinvolti in questo grande dialogo della verità. Nel mondo dei mezzi di telecomunicazione non mancano, come sappiamo, anche voci contrastanti. E tanto più è importante che esista questa voce che vuole realmente mettersi al servizio della verità di Cristo, e così mettersi al servizio della pace e della riconciliazione del mondo. Auguro ai collaboratori che possano essere efficaci, collaboratori in questa grande opera di pace del nostro Signore e ringrazio per tutto quello che fate giorno per giorno, forse anche notte per notte, e auguro agli ascoltatori che loro stessi, coinvolti in questo grande dialogo di eventi, siano testimoni della verità, di una forza della pace nel mondo.
**********
Dopo un breve momento di preghiera nella Cappella dell’Annunciazione è venuto il momento dei discorsi nella Sala Marconi.

Di seguito pubblichiamo il testo del discorso del Santo Padre :

***********
Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
cari fratelli e sorelle!

Volentieri sono venuto tra voi, in questa bella sede di Palazzo Pio, che il Servo di Dio Paolo VI ha voluto mettere a disposizione della Radio Vaticana. Vi saluto tutti cordialmente e vi ringrazio per la vostra accoglienza. Saluto, in particolare, il Reverendo Preposito Generale della Compagnia di Gesù, Padre Peter-Hans Kolvenbach, e lo ringrazio per il servizio che fin dalle origini della Radio Vaticana i Gesuiti rendono alla Santa Sede, fedeli al carisma ignaziano di piena dedizione alla Chiesa e al Romano Pontefice. Saluto il Cardinale Roberto Tucci e il Padre Antonio Stefanizzi, come anche il Padre Pasquale Borgomeo forzatamente assente per precedenti impegni, i quali per diversi anni sono stati Direttori Generali della Radio Vaticana. Saluto il Padre Federico Lombardi, attuale Direttore Generale, e gli sono riconoscente per le parole che mi ha indirizzato a nome di tutti voi. Sono grato pure al Signor Candi, che ha interpretato i sentimenti dei dipendenti laici. Il mio pensiero va in questo momento anche ai dipendenti trattenuti nelle altre sedi dell’Emittente - il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, la Palazzina Leone XIII e la Palazzina Marconi - e che prendono parte a questo incontro in collegamento audio e video. Saluto i vostri colleghi già in pensione, i numerosi collaboratori, i familiari ed amici, e quanti avrebbero voluto essere presenti, ma non hanno potuto per la ristrettezza dello spazio disponibile. Il mio saluto si estende inoltre agli ascoltatori delle vostre trasmissioni, sparsi in ogni parte del mondo.

Le suggestive immagini di 75 anni fa ci presentano la prima stazione Radio Vaticana, che oggi può sembrare modesta. Sapeva però Guglielmo Marconi che la strada aperta dalla scienza e dalla tecnica avrebbe grandemente influito sulla vita dell’umanità. Anche il mio venerato Predecessore Pio XI era ben consapevole dell’importanza che il nuovo strumento di comunicazione, di cui la Chiesa stava dotandosi, avrebbe avuto per la diffusione del magistero pontificio nel mondo. Il suo primo radiomessaggio, che il 12 febbraio 1931 inaugurò la storia della vostra Emittente, era diretto con originale solennità “a tutte le genti e ad ogni creatura”. Negli anni seguenti, durante la seconda guerra mondiale, il Servo di Dio Pio XII con i suoi storici radiomessaggi poté fare udire a tutti i popoli parole di conforto, moniti ed appassionate esortazioni alla speranza e alla pace. E quando il comunismo estese il suo dominio su diverse nazioni dell’Europa centrale e orientale e su altre parti della Terra, la Radio Vaticana moltiplicò i programmi e le lingue di trasmissione, per far sì che giungesse alle Comunità cristiane oppresse da regimi totalitari la testimonianza della vicinanza e della solidarietà del Papa e della Chiesa universale. Con il Concilio Vaticano II si prese ancor più consapevolezza dell’importanza che gli strumenti della comunicazione avrebbero avuto nella diffusione del messaggio evangelico in questa nostra epoca, e la vostra Emittente con validi e moderni mezzi tecnici prese a sviluppare una programmazione radiofonica sempre più ricca e articolata. Oggi, infine, grazie alle più avanzate tecnologie, in particolare satelliti e internet, voi siete in grado di produrre programmi in diverse lingue, che vengono ripresi e trasmessi da numerose emittenti in ogni continente, raggiungendo così un ancor più vasto bacino di ascoltatori.

Cari amici, di tutto questo non possiamo non ringraziare il Signore e, al tempo stesso, pregarlo perché continui ad assistervi nel vostro lavoro. Invocatelo con le parole scritte sulla facciata principale di questa vostra sede: “Adsis Christe, eorumque aspira laboribus, qui pro tuo nomine certant – Assistici, o Cristo, e ispira le fatiche di coloro che combattono per il tuo nome”. Sì! La vostra è la “buona battaglia della fede”, secondo le parole dell’apostolo Paolo (cfr 1 Tm 6,12), per diffondere il Vangelo di Cristo. Essa consiste, come si legge nel vostro Statuto, nell’“annunciare con libertà, fedeltà ed efficacia il messaggio cristiano e collegare il centro della cattolicità con i diversi Paesi del mondo: diffondendo la voce e gli insegnamenti del Romano Pontefice; informando sull’attività della Santa Sede; facendosi eco della vita cattolica nel mondo; orientando a valutare i problemi del momento alla luce del magistero ecclesiastico e nella costante attenzione ai segni dei tempi” (n. 1.3).

E’ questa una missione che rimane sempre attuale, anche se con il tempo cambiano le circostanze e le modalità per attuarla. In effetti, la Radio Vaticana non è più oggi una sola voce che si irradia da un unico punto, come avveniva dalla prima stazione marconiana. E’ piuttosto un coro di voci, che risuona in più di quaranta lingue e può dialogare con culture e religioni diverse; un coro di voci, che percorre le vie dell’etere grazie alle onde elettromagnetiche e si diffonde capillarmente per rimanere inciso lungo i nodi e le maglie di quella rete telematica sempre più fitta che avvolge il pianeta. Continuate, cari amici, ad operare nel grande areopago della comunicazione moderna, facendo tesoro della straordinaria esperienza da voi vissuta durante il Grande Giubileo dell’Anno 2000 e ancor più in occasione della morte dell’amato Papa Giovanni Paolo II, un evento che ha mostrato quanto l’umanità desideri conoscere la realtà della Chiesa. Ma non dimenticate che, per portare a compimento la missione affidatavi, occorre certo un’adeguata formazione tecnica e professionale, ma è necessario soprattutto che coltiviate incessantemente in voi uno spirito di preghiera e di fedele adesione agli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa. Vi aiuti e vi protegga sempre la Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione. Rinnovandovi i sentimenti della mia riconoscenza, volentieri imparto a voi, cari fratelli e sorelle qui presenti, la mia Benedizione, estendendola alle persone a voi care e a tutti gli ascoltatori della Radio Vaticana.
*****

Questo è l’indirizzo del direttore generale padre Federico Lombardi:


Beatissimo Padre,

Lei ha avuto la bontà, non solo di venire a visitarci in questa casa, dove la maggior parte di noi lavora ogni giorno, non solo di pregare con noi e per il nostro lavoro, ma anche di percorrere con pazienza i nostri corridoi, entrare nelle nostre regie, nei nostri studi, (parlare ai nostri microfoni,) entrare nei nostri uffici, lasciarsi ritrarre insieme a tutti i nostri gruppi, per lasciarci un bel ricordo di quest’ora di grazia.
In una parola, ci ha dimostrato di esserci vicino, con quella gentilezza e semplicità che La contraddistinguono.
Grazie, Santo Padre! Ne siamo veramente commossi!
Con Lei ringrazio Sua Eccellenza Monsignor Sostituto e il Padre Generale Kolvenbach per aver voluto essere con noi oggi. Li consideriamo non solo Superiori, ma amici.

Noi siamo lieti di lavorare nella Radio del Papa. Questo è il compito che ci è stato assegnato nella vigna del Signore e che svolgiamo ogni giorno, anzi giorno e notte - alternandoci fra noi – senza interruzione da decine di anni, con costanza e con entusiasmo. Siamo convinti che il nostro tempo e le nostre forze sono ben spesi nel comunicare quello che dice il Papa, quello che la Chiesa annuncia per il bene di tanti nostri fratelli e sorelle in obbedienza al Vangelo di Gesù.
Sappiamo bene che gli ascoltatori che si sintonizzano sulle nostre frequenze, o i navigatori che attraverso complessi percorsi telematici pervengono al nostro Sito, desiderano in realtà trovare più Lei che noi, e attraverso di Lei la buona notizia del Vangelo e la sapienza della Chiesa.

La profondità e l’urgenza di questa attesa ci sprona a cercare tecniche, metodi e linguaggi sempre nuovi per rispondere alla nostra missione. Siamo grati alla Santa Sede che ci affida con fiducia e generosità non poche risorse per compiere questa missione: noi siamo consapevoli di doverle usare bene, con saggia economia e senso di responsabilità.
Chi ci ha preceduto in questi 75 anni – e vorrei ricordare in questo momento in particolare i molti colleghi e amici che hanno già raggiunto la meta della vita eterna – chi ci ha preceduto ci ha lasciato un’eredità ricchissima di scienza, di intelligenza, di impegno e di amore per questo servizio. Noi lo sappiamo e desideriamo esserne degni, valorizzarla e proiettarla nel futuro, raccogliendo l’invito del suo indimenticabile Predecessore, di navigare al largo senza paura in questo terzo millennio drammatico e appassionante, in cui le sfide della comunicazione sociale si profilano fra le più cruciali per l’avvenire dell’umanità.
Possiamo navigare senza paura anche ora: alla guida della barca c’è sempre il Papa, c’è Lei.

Ci dica la Sua parola che incoraggia ed orienta. Le nostre menti sono attente, i nostri cuori sono pronti ad accoglierla e a metterla in opera.
E ci benedica.

******

E questo è il saluto di Alessandro Candi da parte dei dipendenti laici della Radio Vaticana:

Santità,
è con grande emozione che Le porgo il saluto dei dipendenti laici della Radio Vaticana.

E' un’immensa gioia averLa oggi tra noi: in questa sede, in collegamento con la Palazzina Leone XIII ed il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, dove si svolge ogni giorno il nostro lavoro al servizio del Suo Magistero e della Sede Apostolica.

E' questo per noi un motivo di orgoglio, sapendo di contribuire così alla diffusione nel mondo dell'annuncio evangelico e della Sua voce. Grazie all' impegno delle nostre quaranta redazioni linguistiche milioni di persone dei cinque continenti La possono comprendere nel proprio idioma e nella propria cultura, sperimentando l'universalità della Chiesa.

Noi stessi costituiamo un piccolo campione di questa umanità così variegata, e talvolta, travagliata: come dipendenti della Radio Vaticana rappresentiamo ben cinquantanove nazionalità diverse. Insieme alle nostre famiglie, che condividono con noi questo servizio e a nome delle quali Le porgo un calorosissimo e affettuosissimo saluto, portiamo qui, al centro della cattolicità, le speranze e le preoccupazioni di tanti popoli e delle loro chiese che vivono un momento storico difficile e pieno di incognite.

Santo Padre, non spetta certamente a me sottolineare la ricchezza e le potenzialità di cui dispone la Radio Vaticana, che in 75 anni di attività è cresciuta in professionalità, anche nei suoi dipendenti. E' con soddisfazione che constatiamo in tante occasioni come le nostre competenze ci permettano di inserirci a pieno titolo nel mondo delle comunicazioni sociali, tenendo il passo con le più avanzate sfide tecnologiche. Come "Radio del Papa" siamo apprezzati per la qualità del nostro lavoro giornalistico e tecnico, che molti ci invidiano.

E questo, grazie anche alla guida dei padri Gesuiti.Nei momenti difficili, che non sono mancati, come in quelli di maggiore soddisfazione lavorativa, hanno saputo preservare le relazioni umane ed il rispetto di ciascuno. Sempre puntando ad essere una comunità di persone, una famiglia, luogo in cui si condividono gioie e dolori, ma anche si ascoltano le diversità di opinioni, in un clima di fratellanza umana e cristiana.

Santo Padre, Le rinnovo a nome di tutti i dipendenti laici della Radio il nostro più sincero e affettuoso saluto. Le assicuriamo il nostro impegno a costituire sempre quella "Comunità di lavoro" che, come "un cuore solo ed un
'anima sola", La accompagna nel Suo servizio alla Chiesa ed all'umanità.

Ci benedica Santità.








All the contents on this site are copyrighted ©.