COSTA D'AVORIO: SOSTEGNO DEI VESCOVI AL PRIMO MINISTRO BANNY
ABIDJAN, 21 feb. - La Costa d'Avorio continua a vivere nella confusione e nella tensione
il periodo della transizione fino al prossimo ottobre. Il paese è spaccato in due,
dopo il fallito colpo di stato del settembre 2002. L'Onu vi mantiene un contingente
di 7 mila caschi blu, che lavorano a fianco di 4 mila soldati francesi. Il movimento
dei Giovani Patrioti fedele al presidente Laurent Gbagbo chiede la partenze di queste
forze, mentre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto, ai primi di
febbraio, che tre esponenti politici, accusati di contrastare gli sforzi per la pace
nel paese, bvengano impediti nei loro movimenti e che vengano congelati i loro beni.
In questa intricata e delicata situazione i vescovi della Costa d'Avorio hanno ribadito
la loro posizione: niente disordini. Lo ha detto a chiare note, domenica 11 di febbraio,
il vescovo di Man, mons. Joseph Téki, nell'omelia della Messa per la pace celbrata
nella Basilica di Nostra Signora della Pace. La celebrazione di questa Messa era stata
chiesta dai fedeli di Yamoussoukro per implotrare da Dio sostegno ed aiuto al primo
ministro Charles Konan Banny, 63 anni, governatore della Banca Centrale degli Stati
dell'Africa Occidentale (BCEAO). Banny è primo ministro della repubblica della Costa
d'Avoria dal 4 dicembre del 2005 incaricato di condurre proprio il periodo di transizione
fino al prossimo ottobre. Il primo ministro ed altri esponenti di governo hanno partecipato
alla Santa Messa a Yamoussoukro concelebrata dall'arcivescovo Paul Siméon Ahouana
e dal vescovo di Man. "Vi è troppo disordinenel paese - ha detto mons. Téki. Per
delle bazzecole, una fetta della popolazione fa la fame, al soldo del potere, occupa
fuori tempo le strade". Da qui l'invito a sostenere il primo ministro Banny e ad essere
più seri nei rapporti sociali. (Le Patriote - IC/MANCINI)