SPAGNA: I VESCOVI SULLA NUOVA LEGGE SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA
MADRID, 15 feb. - I vescovi spagnoli sono profondamente preoccupati dalla
nuova “Legge sulle tecniche di riproduzione umana assistita” che sarà votata prossimamente
dal Parlamento spagnolo. Tra le novità principali del disegno di legge, presentato
l’anno scorso dal Ministero della Sanità, figura la selezione degli embrioni - una
pratica finora esclusa dalla legislazione spagnola - come anche l’ampliamento delle
possibilità di ricerca sugli embrioni cosiddetti soprannumerari – ossia, in sovrannumero
rispetto ai trasferimenti in utero effettuati nei cicli di procreazione assistita..
Secondo i vescovi, si legge in una nota del Comitato Esecutivo della Conferenza episcopale,
“Gli interessi economici e politici in gioco non stanno permettendo un dibattito sereno
su temi di tanta importanza”. Pur consapevoli che la loro denuncia sarà interpretata
da molti come “un pregiudizio religioso di un gruppo sociale contrario al progresso
della scienza”, i vescovi non intendono per questo restare in silenzio sui seri problemi
etici sollevati dalla legge. Sottolineandone gli aspetti più problematici, i presuli
notano che se essa non viene modificata “passerà alla storia come una delle prime
al mondo che dà licenza di clonare gli esseri umani”, autorizzando la cosiddetta “clonazione
terapeutica” e inoltre aprirebbe la porta alla “clonazione riproduttiva”. Tra gli
altri gravi problemi segnalati dal’Episcopato spagnolo, la possibilità prevista dalla
legge di selezione eugenetica, con la produzione dei cosiddetti “bambini-medicina”
cioè di “bambini che nasceranno per determinati obiettivi terapeutici”, e la fecondazione
di ovociti animali con sperma umano. Di qui l’appello rivolto ai cattolici a dire
“no” a questa legge, perché, affermano, non si può tralasciare il “sì” alla dignità
umana e alla giustizia. (Fides – ZENGARINI)