PORT-AU-PRINCE, - “Eravamo schiavi, nel senso fisico del termine. Siamo riusciti
a liberarci dalle catene. Ma oggi siamo di nuovo schiavi, perché ci siamo lasciati
dominare dallo stato delle cose e non siamo riusciti a superare le nostre divisioni
interne. E’ come se la nostra coscienza collettiva fosse paralizzata da un blocco.
Gli haitiani devono fare tesoro di questo patrimonio e sfruttare l’occasione rappresentata
dalle elezioni". Così mons. Pierre Dumas, vescovo ausiliare della capitale Port-au-Prince,
commenta con l’agenzia Misna l’odierno appuntamento elettorale nel Paese caraibico.
“È giunta finalmente l’ora di guarire questo grande malato. In questo percorso iniziato
dal Paese, le elezioni rappresentano per tutti noi un passaggio obbligato verso una
nuova era”, ha detto il presule, che non ha tuttavia nascosto le preoccupazioni dell’Episcopato
per il sempre attuale problema della sicurezza che minaccia di turbare lo svolgimento
del voto. Per mons. Dumas è comunque “giunto il momento di uscire dal baratro e di
entrare seriamente in una fase di normalizzazione”, come sostenuto di recente anche
dalla Conferenza episcopale. La Chiesa haitiana si interroga soprattutto sulla fase
post-elettorale, che rappresenta la più grande sfida per un Paese in cui la maggioranza
degli abitanti è allo stremo e vive da troppo tempo un’esistenza fatta di violenza
quotidiana e di miseria: “Gli elettori – ha rilevato mons. Dumas - devono fare una
buona scelta, il che vuol dire dare il loro voto a persone in grado di governare il
paese, di creare un vero consenso e un’integrazione fraterna e di lavorare per il
bene dei loro compatrioti”. Dalla deposizione forzata dell’ex Presidente Jean-Bertrand
Aristide nel 2004, appoggiata dagli Stati Uniti e dalla Francia, la situazione socio-politica
non ha cessato di essere critica ad Haiti. Le elezioni, che si svolgono dopo quattro
rinvii per ragioni di sicurezza, giungono in un momento di escalation di tensione
nell'isola sorvegliata dai Caschi Blu dell'Onu. Il favorito nei sondaggi è René Preval,
già primo ministro durante il governo Aristide. (Misna – LZ)