KARTHOUM, 3 feb. - Sul finire del mese scorso la Chiesa in Sudan ha festeggiato due
giubilei: il cinquantenario del Seminario Maggiore San Paolo e i 62 anni delle prime
ordinazioni di sacerdoti autoctoni sudanesi dei tempi moderni. Le giornate celebrative
hanno visto insieme tanti sacerdoti e vescovi di Karthoum, di Juba, di Wau, di El
Obeid e di Malakal. Sacerdoti sono giunti anche da Rumbek e da Yei nel Nuovo Sudan.
Nessun vescovo, purtroppo, né sacerdoti da Torit e da Tombura-Yambio, segno che la
guerra lascia ancora i suoi segni. . Sono state giornate di comunione e di scambio
di esperienze pastorali. Sacerdoti vissuti separati per anni hanno potuto incontrarsi
nuovamente raccontando quello che hanno vissuto nei lunghi anni della guerra civile
e rievocando il martirio di quattro loro confratelli: Saturnino Lohure, Arkangelo
Ali, Barnaba Deng e Leopoldo Anywar. Ma la storia della Chiesa sudanese si gloria
anche di altri nomi: il vescovo Gabriel Dwatuka, i sacerdoti Jerome Bidai, Silvestro
Loharanya, Zacchary Bol, Anania Lodu, Costantino Pitiya, Nicholas Kiri, Davide Tombe,
Romeo Todo, Hilary Boma, Lino Sabit, Marc Lotede, Raphael Riel, Benjamin Madol, Peter
Ayom, Daniel Deng, Luciano Okuc e molti altri. In pratica non c'è prete sudanese od
operante in Sudan che in un momento o nell'altro, in un modo o nell'altro, non abbia
vissuto l'esperienza della persecuzione a motivo del Vangelo. La settimana passata
insie e a gennaio è servita anche a vescovi e a sacerdoti per riflettere sulla nuova
situazione in Sudan, dopo l'accordo di pace siglato il ) di gennaio dell'anno scorso.
Il motto del recente giubileo sacerdotale è stato "Voi siete strumenti di pace e
di riconciliazione". I cento e più sacerdoti, che hanno condiviso le giornate di gennaio,
hanno anche riflettuto sul terribile flagello africano dell'Hiv/Aids. Un pensiero
particolare è naturalmenteandato al luogo della loro preparazione, vale a dire il
Seminario Maggiore San Paolo. Lo apersero, nel 1956, l'anno dell'indipendenza, a
Tore River i missionari comboniani tutti italiani nella diocesi di Yei. I loro nomi:
Renato Bresciani, Pietro Tiboni, Angelo Venturelli, Luigi Penzo, Vittorino Dellagiacoma,
Fernando Sembiante e Pierino Ciccarese. Nel 1962 fu la volte del primo sacerdote autoctono,
Peter Magalasi. Due guerre civili hanno costretto il seminario sudanese a spostarsi
in continuazione da Kit a Lachor in Uganda, da Juba a Bussere e ancora a Yuba ed,
infine, oggi a Karthoum. Da questo seminario sono usciti 400 sacerdoti. Dei primi
insegnanti sopravvivono ancor oggi i padri Tiboni e Penzo. (JP BODJOKO)