Messaggio dei vescovi italiani per la Giornata della vita consacrata
(01 febbraio 2006 - RV) “Il popolo di Dio, nelle sue prove non piccole né rare, attende
da coloro che seguono Cristo più da vicino un’efficace testimonianza di serenità e
fiducia. In una società, attraversata da una cultura dal cui orizzonte è scomparsa
la speranza del futuro di Dio, i figli della Chiesa e, tra loro in modo singolare
i consacrati, si sentano abitati dalla speranza”. È quanto scrivono i vescovi italiani
nel messaggio – diffuso oggi - in occasione della 10ª Giornata mondiale per la vita
consacrata, che la Chiesa celebra domani. “Radicata nella vocazione battesimale e
nell’universale chiamata alla santità, la vita consacrata – scrivono i vescovi - ha
senso nell’essere memoria viva che la Chiesa è sempre in cammino incontro al suo Signore”.
Ed aggiungono: “Se calasse questa tensione, che prende nel tessuto vivo della loro
esistenza uomini e donne consacrate, si affievolirebbe la luce della lampada che la
stessa vita consacrata è chiamata a diffondere nella Chiesa”. Secondo i dati più recenti,
i religiosi nel mondo sono oltre un 1 milione, dei quali circa 200mila uomini e oltre
800mila donne. Quanti sono consacrati – sottolineano i vescovi - sono chiamati “a
far riconoscere l’opera di Dio nella storia della Chiesa e del mondo, a vedere ciò
che gli altri non vedono, ad alimentare così la speranza che il Signore viene davvero
e aiutare umilmente ad attenderlo nella quotidiana e operosa vigilanza”. La speranza
- affermano i vescovi italiani – “nasce e cresce dove fiorisce la santità, dove Dio
è cercato, amato e servito, dove brilla il servizio disinteressato ai fratelli, dove
l’attesa del compimento delle promesse di Cristo sostiene il cammino di fedeltà alla
propria vocazione tra le prove del mondo e le consolazioni di Dio”.