Il cardinale Ruini inaugura l'Università Europea di Roma
(10 gennaio 2006 - RV) L’università, tramite “una ricerca e un insegnamento che si
richiamino all’eredità cristiana”, contribuisca a scongiurare in Europa il “distacco
dal Cristianesimo”: è quanto ha detto stamani il vicario del Papa per la diocesi di
Roma, cardinale Camillo Ruini, inaugurando il primo anno accademico dell’“Università
Europea di Roma” dei Legionari di Cristo. Il porporato ha esortato così a reagire
alle “forti correnti culturali” che “spingono verso la secolarizzazione e la scristianizzazione”.
All’inaugurazione ha partecipato anche il presidente del Senato Marcello Pera che
ha parlato della necessità di promuovere i principi della civilta' cristiana: civiltà
– ha detto - che risulta minacciata dalla sua “cedevolezza interna”. Il servizio di
Roberta Moretti:
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vocazione internazionale è naturale per il Cattolicesimo, anche e specificamente in
ambito universitario”. Secondo il cardinale Ruini, “la fede cristiana è capace di
incarnarsi nelle più diverse culture, per comunicare loro la propria linfa di verità
e valorizzare quanto di vero, di buono e di bello in esse è contenuto”. “Così – ha
spiegato – è accaduto finora nella storia e così deve accadere anche oggi”. Di fronte
a quel “distacco dal Cristianesimo che si è purtroppo verificato in molti ambienti
culturali europei”, Ruini ha ricordato le parole pronunciate a Subiaco dall’allora
cardinale Ratzinger, pochi giorni prima della sua elezione a successore di Pietro:
“Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo diritto verso Dio”. “La dimensione
internazionale – ha aggiunto il porporato – è molto importante anche in rapporto all’attuale
configurazione dell’Europa, al cui itinerario di unificazione stanno partecipando
le istituzioni universitarie”. Ma come si realizzerà concretamente questa “vocazione
internazionale” presso la nuova Università Europea di Roma? Risponde il rettore, padre
Paolo Scarafoni:
R. – Gli studenti sono accompagnati da un tutor, che ha il
compito di insegnare a studiare e poi a inserirsi nel mondo del lavoro con il tirocinio,
lo stage. Una formazione che preveda scambi di esperienze di studio all’estero. E
poi, questa internazionalità significa anche dare importanza allo studio delle lingue
e all’utilizzo dei mezzi di comunicazione, che oggi sono la base per questi rapporti
internazionali.
D. – Scienze e tecniche psicologiche, Scienze giuridiche, Scienze
storiche: perché la scelta di partire proprio da questi tre corsi di laurea?
R.
– Sono tre grandi ambiti da affrontare proprio per il futuro e per l’Europa: la storia,
ovvero, le radici; la psicologia, quindi il valore della persona; e finalmente la
legge, che deve avere un fondamento di valori universali.
D. – Avete deciso
inoltre di dedicare uno spazio formativo concreto all’impegno sociale, al volontariato…
R.
– La piena realizzazione della propria professione si ha quando si svolge anche come
missione. Per esempio, stiamo facendo delle attività con l’infanzia abbandonata e
abbiamo poi un progetto che riguarda tutto l’ambiente dell’immigrazione, dell’accoglienza,
della formazione. Abbiamo avviato alcuni master proprio per addentrarci nella conoscenza
di queste problematiche. Inoltre, abbiamo avviato degli interventi di tipo umanitario
a livello internazionale. Quest’azione sociale conta come credito formativo. **********