All’Angelus il Papa ha parlato del legame tra la solennità del Natale e la festa di
Santo Stefano protomartire
(26 dicembre 2005 - RV) Anche Benedetto XVI, come già faceva Giovanni Paolo II, non
ha voluto mancare oggi, festa di Santo Stefano Protomartire, all’appuntamento con
i fedeli che sono convenuti numerosi in Piazza San Pietro, cogliendo l’occasione dell’odierna
giornata festiva. Il Santo Padre ha illustrato lo stretto collegamento tra la solennità
di ieri e la festa di oggi. Ascoltiamo Giovanni Peduto:
********** “Dopo
aver celebrato ieri con solennità il Natale di Cristo, facciamo oggi memoria della
nascita al cielo di Santo Stefano, il primo martire. Un particolare legame unisce
queste due feste ed è ben sintetizzato nella liturgia ambrosiana da questa affermazione:
“Ieri il Signore è nato sulla terra perché Stefano nascesse al cielo”. Così Papa Benedetto
XVI ha esordito nella sua allocuzione prima della preghiera mariana, aggiungendo:
“Stefano è un autentico discepolo di Gesù e un perfetto suo imitatore. Inizia
con lui quella lunga serie di martiri che hanno suggellato la propria fede con l’offerta
della vita, proclamando con la loro eroica testimonianza che Dio si è fatto uomo per
aprire all’uomo il Regno dei Cieli”.
Il Santo Padre ha quindi osservato
che nell’atmosfera di gioia del Natale non deve sembrare fuori luogo il riferimento
al martirio di Santo Stefano. “In effetti – ha detto - sulla mangiatoia di Betlemme
già s’allunga l’ombra della Croce. La preannunciano la povertà della stalla in cui
il Bambino vagisce, la profezia di Simeone sul segno di contraddizione e sulla spada
destinata a trafiggere l’anima della Vergine, la persecuzione di Erode che renderà
necessaria la fuga in Egitto”. Benedetto XVI ha sottolineato, dunque, che “non deve
stupire che un giorno questo Bambino, diventato adulto, chieda ai suoi discepoli di
seguirlo sul cammino della Croce con totale fiducia e fedeltà”. Ascoltiamo ancora
il Pontefice:
“Come non riconoscere che anche in questo nostro tempo, in varie
parti del mondo, professare la fede cristiana richiede l’eroismo dei martiri? Come
non dire poi che dappertutto, anche là dove non vi è persecuzione, vivere con coerenza
il Vangelo comporta un alto prezzo da pagare?”.
Concludendo, Benedetto XVI
ha invitato i fedeli a vivere con coerenza la propria fede, pronti sempre a rispondere
a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi.
Dopo la preghiera
mariana e la benedizione, il Papa non ha mancato di salutare i gruppi di fedeli di
lingua francese, inglese, tedesca, spagnola e polacca, rivolgendo, infine, il suo
pensiero ai pellegrini di lingua italiana, augurando loro di conservare in questi
giorni il clima spirituale di gioia e di serenità del Santo Natale. Il Papa ha terminato
augurando a tutti buone feste. **********
Il giorno subito dopo
il Natale la Liturgia della Chiesa ci presenta Stefano, primo di una lunga serie di
uomini e donne che nel corso dei secoli hanno testimoniato la loro fede in Gesù Cristo
fino alla effusione del sangue. E martiri ne abbiamo ancora oggi. Di questo Giovanni
Peduto ha parlato con il padre agostiniano Angelo Di Berardino, professore di Patristica
all’Augustinianum in Roma:
********** R. – La vicenda di Stefano, il protomartire
cristiano, ci viene narrato da Luca negli Atti degli Apostoli (6,8-8,2). L’autore
accenna anche all’attività taumaturgica di Stefano, scrivendo: “Stefano, pieno di
grazia e di potenza, compiva grandi prodigi e segni in mezzo al popolo” (7,8). Viene
ucciso per lapidazione che, secondo la tradizione ebraica, doveva avvenire fuori della
città, verso gli anni 31/33. Si praticavano due tipi di lapidazione, la prima era
quella inflitta come punizione giudiziaria, come conseguenza di un giudizio per idolatria
(Deut. 13,10; 17,5), per bestemmia (Lev. 24,14), adulterio (Deut. 22,21-24), ecc.:
questa lapidazione doveva avere un carattere rituale secondo regole precise. C’erano
poi altri casi di lapidazione che invece non erano frutto di una sentenza formale.
La lapidazione aveva lo scopo di separare il criminale dalla comunità.
D.
– Cosa dice Santo Stefano all’uomo d’oggi?
R. – Il cristianesimo nei primi
secoli della nostra era, negli aspetti politici e sociali, si presenta come “testimonianza”
della vicenda di Gesù di Nazareth, Messia sofferente e crocifisso. Questa testimonianza
è intrinseca al cristianesimo e pertanto il martirio è una componente del cristianesimo
stesso. I seguaci di Gesù devono mettere in conto che troveranno persecuzioni e morte
nella loro strada per il nome di Gesù, ma saranno beati: “Beati voi quando vi insulteranno,
vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa
mia” (Mt 5,11).
D. – Il martirio ha segnato sempre la storia dei cristiani,
soprattutto durante i primi secoli e fino a tutto il secolo scorso …
R.
– Quando si parla della Chiesa dei martiri, ci si riferisce ai primi secoli, fino
a Costantino. I Gesta martyrum della Chiesa antica sono stati i primi libri di spiritualità
non biblici, i quali narrano come i cristiani accettavano volontaria-mente il martirio
e con gioia. Matteo arriva a dire che nella prospettiva di ogni cristiano c’è una
“vocazione al martirio” (Mt 16,24-28; Mc 8,31-38). “Chi pensa soltanto a salvare la
propria vita, la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita per me
la ritroverà”.
D. – Anche oggi in vari Paesi del mondo i cristiani affrontano
il martirio …
R. – In alcuni Paesi ancora esistono forme di persecuzione
più o meno cruenta; o almeno i cristiani trovano molte difficoltà ad esprimere e praticare
la propria fede non solo in pubblico, ma anche nella ristretta cerchia di una comunità,
con impedimenti di vario genere.
D. – Quale martirio devono invece affrontare
i cristiani nei Paesi liberi ma permeati dal secolarismo?
R. – Nelle società
libere ci sono altre forme, più subdole, che impediscono una piena testimonianza della
fede in Cristo: derisione, accuse di integralismo, il ricorso ad un pluralismo in
cui la fede dovrebbe trovare spazio solo nel privato e nell’intimo della coscienza,
senza una qualche espressione pubblica. **********