2005-12-28 12:39:01

All’Angelus il Papa ha parlato del legame tra la solennità del Natale e la festa di Santo Stefano protomartire


(26 dicembre 2005 - RV) Anche Benedetto XVI, come già faceva Giovanni Paolo II, non ha voluto mancare oggi, festa di Santo Stefano Protomartire, all’appuntamento con i fedeli che sono convenuti numerosi in Piazza San Pietro, cogliendo l’occasione dell’odierna giornata festiva. Il Santo Padre ha illustrato lo stretto collegamento tra la solennità di ieri e la festa di oggi. Ascoltiamo Giovanni Peduto: RealAudioMP3

**********
“Dopo aver celebrato ieri con solennità il Natale di Cristo, facciamo oggi memoria della nascita al cielo di Santo Stefano, il primo martire. Un particolare legame unisce queste due feste ed è ben sintetizzato nella liturgia ambrosiana da questa affermazione: “Ieri il Signore è nato sulla terra perché Stefano nascesse al cielo”. Così Papa Benedetto XVI ha esordito nella sua allocuzione prima della preghiera mariana, aggiungendo:

“Stefano è un autentico discepolo di Gesù e un perfetto suo imitatore. Inizia con lui quella lunga serie di martiri che hanno suggellato la propria fede con l’offerta della vita, proclamando con la loro eroica testimonianza che Dio si è fatto uomo per aprire all’uomo il Regno dei Cieli”.


Il Santo Padre ha quindi osservato che nell’atmosfera di gioia del Natale non deve sembrare fuori luogo il riferimento al martirio di Santo Stefano. “In effetti – ha detto - sulla mangiatoia di Betlemme già s’allunga l’ombra della Croce. La preannunciano la povertà della stalla in cui il Bambino vagisce, la profezia di Simeone sul segno di contraddizione e sulla spada destinata a trafiggere l’anima della Vergine, la persecuzione di Erode che renderà necessaria la fuga in Egitto”. Benedetto XVI ha sottolineato, dunque, che “non deve stupire che un giorno questo Bambino, diventato adulto, chieda ai suoi discepoli di seguirlo sul cammino della Croce con totale fiducia e fedeltà”. Ascoltiamo ancora il Pontefice:

“Come non riconoscere che anche in questo nostro tempo, in varie parti del mondo, professare la fede cristiana richiede l’eroismo dei martiri? Come non dire poi che dappertutto, anche là dove non vi è persecuzione, vivere con coerenza il Vangelo comporta un alto prezzo da pagare?”.

Concludendo, Benedetto XVI ha invitato i fedeli a vivere con coerenza la propria fede, pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi.

Dopo la preghiera mariana e la benedizione, il Papa non ha mancato di salutare i gruppi di fedeli di lingua francese, inglese, tedesca, spagnola e polacca, rivolgendo, infine, il suo pensiero ai pellegrini di lingua italiana, augurando loro di conservare in questi giorni il clima spirituale di gioia e di serenità del Santo Natale. Il Papa ha terminato augurando a tutti buone feste.
**********



Il giorno subito dopo il Natale la Liturgia della Chiesa ci presenta Stefano, primo di una lunga serie di uomini e donne che nel corso dei secoli hanno testimoniato la loro fede in Gesù Cristo fino alla effusione del sangue. E martiri ne abbiamo ancora oggi. Di questo Giovanni Peduto ha parlato con il padre agostiniano Angelo Di Berardino, professore di Patristica all’Augustinianum in Roma:

**********
R. – La vicenda di Stefano, il protomartire cristiano, ci viene narrato da Luca negli Atti degli Apostoli (6,8-8,2). L’autore accenna anche all’attività taumaturgica di Stefano, scrivendo: “Stefano, pieno di grazia e di potenza, compiva grandi prodigi e segni in mezzo al popolo” (7,8). Viene ucciso per lapidazione che, secondo la tradizione ebraica, doveva avvenire fuori della città, verso gli anni 31/33. Si praticavano due tipi di lapidazione, la prima era quella inflitta come punizione giudiziaria, come conseguenza di un giudizio per idolatria (Deut. 13,10; 17,5), per bestemmia (Lev. 24,14), adulterio (Deut. 22,21-24), ecc.: questa lapidazione doveva avere un carattere rituale secondo regole precise. C’erano poi altri casi di lapidazione che invece non erano frutto di una sentenza formale. La lapidazione aveva lo scopo di separare il criminale dalla comunità.


D. – Cosa dice Santo Stefano all’uomo d’oggi?


R. – Il cristianesimo nei primi secoli della nostra era, negli aspetti politici e sociali, si presenta come “testimonianza” della vicenda di Gesù di Nazareth, Messia sofferente e crocifisso. Questa testimonianza è intrinseca al cristianesimo e pertanto il martirio è una componente del cristianesimo stesso. I seguaci di Gesù devono mettere in conto che troveranno persecuzioni e morte nella loro strada per il nome di Gesù, ma saranno beati: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11).


D. – Il martirio ha segnato sempre la storia dei cristiani, soprattutto durante i primi secoli e fino a tutto il secolo scorso …


R. – Quando si parla della Chiesa dei martiri, ci si riferisce ai primi secoli, fino a Costantino. I Gesta martyrum della Chiesa antica sono stati i primi libri di spiritualità non biblici, i quali narrano come i cristiani accettavano volontaria-mente il martirio e con gioia. Matteo arriva a dire che nella prospettiva di ogni cristiano c’è una “vocazione al martirio” (Mt 16,24-28; Mc 8,31-38). “Chi pensa soltanto a salvare la propria vita, la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita per me la ritroverà”.


D. – Anche oggi in vari Paesi del mondo i cristiani affrontano il martirio …


R. – In alcuni Paesi ancora esistono forme di persecuzione più o meno cruenta; o almeno i cristiani trovano molte difficoltà ad esprimere e praticare la propria fede non solo in pubblico, ma anche nella ristretta cerchia di una comunità, con impedimenti di vario genere.


D. – Quale martirio devono invece affrontare i cristiani nei Paesi liberi ma permeati dal secolarismo?


R. – Nelle società libere ci sono altre forme, più subdole, che impediscono una piena testimonianza della fede in Cristo: derisione, accuse di integralismo, il ricorso ad un pluralismo in cui la fede dovrebbe trovare spazio solo nel privato e nell’intimo della coscienza, senza una qualche espressione pubblica.
**********









All the contents on this site are copyrighted ©.