Lasciamoci contagiare dal silenzio di San Giuseppe per prepararci al Natale: così
il Papa all’Angelus domenicale
(18 dicembre 2005 - RV)Negli ultimi giorni dell’Avvento, Benedetto XVI richiama i
fedeli a contemplare in modo speciale la Vergine Maria e San Giuseppe, che – afferma
- “hanno vissuto con intensità unica il tempo dell’attesa e della preparazione della
nascita di Gesù. E al padre putativo di Gesù dedica la sua riflessione all’Angelus,
celebrato nella piazza San Pietro piena di gente e assolata. Il servizio di Fausta
Speranza:
********** “Lasciamoci
“contagiare” dal silenzio di San Giuseppe. Così il Papa invita al raccoglimento e
all’ascolto della voce di Dio in occasione del Natale, che definisce grande mistero
della fede. Di silenzio – sottolinea – “abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso
troppo rumoroso”. Ricorda così la figura del padre putativo di Gesù:
“Egli
è modello dell’uomo “giusto” (Mt 1,19), che in perfetta sintonia con la sua sposa
accoglie il Figlio di Dio fatto uomo e veglia sulla sua crescita umana”.
E
Benedetto XVI parla della particolare attitudine alla meditazione e contemplazione
di San Giuseppe ricordando che Giovanni Paolo II, che al santo era molto devoto, l’ha
messa in luce nella sua Esortazione apostolica Redemptoris Custos. Un silenzio – spiega
il Papa ricordando la riflessione del predecessore – che è intessuto di preghiera
costante: preghiera di benedizione, di adorazione e di affidamento. E che è unito
ad una “totale disponibilità ai voleri divini”. E aggiunge:
“Non si esagera
se si pensa che proprio dal “padre” Giuseppe Gesù abbia appreso – sul piano umano
– quella robusta interiorità che è presupposto dell’autentica giustizia, la “giustizia
superiore”, che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5,20)”.
Benedetto
XVI spiega che la pagina evangelica odierna di san Luca presenta la Vergine Maria
come “sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe” (Lc 1,27), ma che
è l’evangelista Matteo a dare “maggior risalto” al padre putativo di Gesù, sottolineando
che, per suo tramite, il Bambino risultava legalmente inserito nella discendenza davidica
e realizzava così le Scritture, nelle quali il Messia era profetizzato come “figlio
di Davide”.
L’invito al raccoglimento si fa anche invito a “stabilire
una sorta di colloquio spirituale con san Giuseppe” perché - aggiunge il Papa – ci
aiuti a vivere in pienezza il Natale.
Al momento dei saluti torna, nelle
diverse lingue, l’esortazione a prepararsi al Natale. In francese, l’invito ad “aprire
il cuore a Cristo”; in inglese, la benedizione per questi ultimi giorni di Avvento;
in spagnolo l’augurio che l’avvicinarsi della natività aiuti a rinnovare le promesse
cristiane; in polacco, la speranza che i cuori di tutti siano pronti ad accogliere
Cristo. In italiano, un saluto particolare ai pellegrini provenienti da varie parti
d’Italia, in particolare ai rappresentanti dell’Associazione Per una speranza in più,
di Verona, e agli organizzatori del Presepe itinerante per aiutare chi soffre. E un
“pensiero affettuoso” agli allievi delle Scuole di Calcio del Settore Giovanile Scolastico
della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC): per loro, l’augurio che lo sport sia
“palestra” di vera preparazione alla vita. **********