Memoria di San Giovanni della Croce: saremo giudicati sull'amore
(14 aprile 2005 - RV) Oggi La Chiesa celebra la Memoria di San Giovanni della Croce
sacerdote e Dottore della Chiesa, grande mistico e poeta spagnolo vissuto nella seconda
metà del 1500. Il servizio di Sergio Centofanti.
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Giovanni della Croce nasce nel 1542 a Fontiveros presso Avila da un nobile commerciante
di seta e da una tessitrice di umili origini. A soli due anni perde il padre e la
madre si trasferisce da un paese all’altro in cerca d’aiuto. Sono anni di sofferenze
e umiliazioni. Poco più che adolescente Giovanni si guadagna da vivere come inserviente
in un ospedale, ma ama lo studio e la preghiera. E’ un travagliato periodo di discernimento:
“A che serve – scriverà più tardi – che tu dia al Signore una cosa quando te ne chiede
un’altra? Medita su quello che Dio vuole e compilo”.
A 21 anni entra nell’Ordine
carmelitano, ma trova una vita religiosa rilassata che non appaga la sua ardente sete
di Dio perché è convinto che “nella vita spirituale non progredire vuol dire arretrare”
e che “chi opera con tiepidezza è pronto a cadere”. Decisivo l’incontro con santa
Teresa d’Avila che lo convince ad attuare con lei la riforma dell’ordine fondando
i Carmelitani Scalzi sulla base di un alto ideale contemplativo e missionario. Inizia
con pochi amici passando il giorno a pregare, a far penitenza, a predicare e confessare
tra i poveri contadini delle borgate, privi di qualsiasi assistenza religiosa. E’
un’opera che suscita gelosie e persecuzioni, fino ad essere rapito e imprigionato
in un convento dai suoi stessi ex confratelli. In questo periodo durato 9 mesi inizia
a comporre le sue più importanti poesie mistiche: “La salita al Monte Carmelo”, “Il
Cantico spirituale”, “La fiamma viva d’amore”, la celebre “Notte oscura”. “Nell’aridità
e nella difficoltà - dice - la virtù getta le sue radici”. Quando fugge porta a compimento
la sua opera riformatrice. Stremato dalla fatica muore a soli 49 anni baciando il
Crocifisso.
La sua vita è stata segnata dalla sofferenza sin dalla più
tenera età. Il suo sguardo però è rivolto non alla croce in sé ma sempre verso Gesù
che su quella Croce si è disteso: “chi non cerca la Croce di Cristo – afferma – non
cerca la gloria di Cristo”. “Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la
porta è la Croce. Si tratta di una porta stretta - sottolinea - nella quale pochi
desiderano entrare mentre sono molti coloro che amano i diletti a cui si giunge per
suo mezzo”.
San Giovanni della Croce è il mistico 'del nulla e del tutto':
per arrivare al tutto, che è Dio, occorre che l'uomo dia tutto di sé, non con spirito
di schiavitù, ma di amore. Celebri i suoi aforismi: “L’anima che cammina nell’amore
non annoia gli altri e non stanca se stessa” e "dove non c'è amore, metti amore e
ne ricaverai amore". Ed esorta ad avere sempre presente il metro del giudizio finale:
“Nella sera della vita saremo giudicati sull'amore”. Canonizzato da Benedetto XIII
il 27 dicembre 1726, viene proclamato Dottore della Chiesa da Pio XI il 24 agosto
1926. **********