R.D. CONGO: CHIESA SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE DEL 18 DICEMBRE
KINSHASA, 13 dic. - La Chiesa cattolica nella Repubblica Democratica del Congo
non intende dare indicazioni di voto sul progetto di Costituzione che sarà sottoposto
a referendum il 18 dicembre. Tuttavia, secondo quanto riferisce l’agenzia cattolica
congolese Dia, diversi organismi ecclesiastici impegnati nella preparazione delle
elezioni sembrano propendere per il sì. E’ il caso del Coordinamento delle azioni
per la riuscita della transizione della Chiesa cattolica (Cartec, in sigla), la struttura
della Conferenza episcopale incaricata di coordinare le attività d'educazione civica
ed elettorale promosse dalla Chiesa locale, che nell’introduzione a una guida preparata
per aiutare i cittadini a fare una scelta informata, evidenzia i rischi che comporterebbe
un’eventuale bocciatura del progetto costituzionale. Tra questi, in primo luogo, il
prolungamento della fase di transizione fino ad oltre il limite del 30 giugno 2006,
la nuova data fissata per prime elezioni democratiche del Paese dopo anni di guerra
civile e instabilità politica. Tra le altre considerazioni a favore del sì evidenziate
dall’opuscolo: i costi di un eventuale nuovo referendum, la sicurezza ancora precaria
del Paese e lo stato di prostrazione della popolazione. Sulla stessa linea il Centro
studi per l’azione sociale dei Gesuiti che, al termine di un recente seminario, si
è espresso per l’approvazione del testo costituzionale, perché “se i sì vinceranno,
si potrà sperare che il 30 giugno segni la fine della transizione”. La nuova Costituzione
sostituisce quella provvisoria approvata il 2 aprile 2003 dopo gli accordi firmati
a Pretoria nel 2002 sotto l'egida del Sudafrica per porre fine alla guerra civile
congolese scoppiata nel 1998. Essi prevedevano appunto la formazione di un governo
di unità nazionale con il compito di adottare una nuova Costituzione e di preparare
le elezioni politiche generali da tenersi dopo due anni dalla sua approvazione. Le
elezioni dovevano svolgersi il 30 giugno scorso, ma secondo gli stessi accordi potevano
essere rimandate entro un termine massimo di 12 mesi, che è quanto stabilisce il nuovo
testo costituzionale approvato dal Parlamento congolese all’inizio dell’estate passata. (Dia
– LZ)