YANGON, 1° dic. – Il 2005 è stato un anno molto importante e significativo per la
Chiesa in Myanmar. Essa ha infatti festeggiato due grandi avvenimenti: il grande Giubileo
della Chiesa locale per i 50 anni dell’istituzione della gerarchia birmana, nata nel
1955, e la celebrazione della prima Assemblea Pastorale Nazionale che si è svolta
nei giorni scorsi nella capitale di Yangon. Per la prima volta nella sua storia vescovi,
sacerdoti, religiosi e laici in rappresentanza di tutte le 12 diocesi del Paese hanno
potuto riunirsi per riflettere insieme sull’identità, la vocazione e la missione della
Chiesa locale. Al centro dell’assemblea è stato il tema dell’Anno giubilare “Rimanete
in me: celebrare la Chiesa come Comunione attraverso la Riconciliazione”. L’evento
si è concluso il 27 novembre con una solenne celebrazione eucaristica presieduta in
cattedrale da mons. Salvatore Pennacchio, Delegato Apostolico per il Myanmar. Nel
messaggio diffuso al termine dell’assemblea, i vescovi birmani hanno indicato tra
le priorità pastorali della Chiesa locale: la comunione con Gesù, che significa rivitalizzare
la preghiera e la meditazione della Parola di Dio; la comunione gli uni gli altri,
che significa promuovere una spiritualità del dialogo fra vescovi, sacerdoti, religiosi
e laici; la riconciliazione fra popoli, culture e religioni e la riconciliazione fra
l’umanità e il creato. La prima evangelizzazione della ex Birmania risale al 1772
ad opera dei Frati Barnabiti. Successivamente sono giunti nel Paese gli Oblati di
Maria Immacolata (Omi) e, nel XIX secolo, i sacerdoti delle Missioni Estere di Parigi
e del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime). Attualmente la Chiesa in Myanmar
conta 13 vescovi, 650 sacerdoti, 200 seminaristi, 144 religiosi 1774 suore, su un
totale di circa 600mila cattolici. Ogni diocesi ha il suo seminario minore ed esistono
tre seminari maggiori. (Fides – LZ)