Dieci anni fa gli accordi di Dayton sancivano la pace in Bosnia. Ai nostri microfoni
il nuovo nunzio nel Paese balcanico
(21 novembre 2005 - RV) Il 21 novembre di dieci anni fa, gli accordi di Dayton mettevano
la parola fine alla guerra fratricida in Bosnia. Tre anni di atroci combattimenti,
che hanno provocato circa 200 mila morti e 2 milioni di profughi. A dieci anni dalla
fine di quel conflitto, la Bosnia-Erzegovina è ancora lontana da una condizione di
“normalità”. Proprio oggi, il Consiglio dell'Unione Europea ha dato il via libera
all'avvio dei negoziati con il Paese balcanico per un accordo di stabilizzazione e
associazione, il primo passo formale verso la piena integrazione nell'Unione. Tuttavia,
per i bosniaci sono tanti e gravi i problemi tuttora irrisolti, come sottolinea Ingrid
Badurina, corrispondente del quotidiano “La Stampa” nei Balcani, intervistata da Salvatore
Sabatino:
Per i bosniaci,
la povertà è uno degli ostacoli più irti da superare sulla via dello sviluppo e del
consolidamento della pace. Ecco la riflessione del vescovo ausiliare di Sarajevo,
mons. Pero Sudar, raccolta da Marta Vertse:
E proprio
oggi, Benedetto XVI ha nominato il nuovo nunzio apostolico in Bosnia-Erzegovina. Si
tratta dell’arcivescovo Alessandro D’Errico, fino ad ora nunzio in Pakistan. Raggiunto
telefonicamente ad Islamabad da Alessandro Gisotti, mons. D’Errico spiega con quale
spirito si appresta ad assumere questo nuovo incarico: