2005-11-14 18:24:23

GRAN BRETAGNA: NUOVE CRITICHE DEI VESCOVI A LEGGE SU SUICIDIO ASSISTITO


LONDRA. 11 novembre - La Gran Bretagna ha bisogno di “più e migliori cure palliative”, non di leggi che permettono di uccidere malati terminali. Mons. Peter Smith, presidente della Commissione episcopale inglese per la responsabilità cristiana e la cittadinanza, ribadisce con forza il severo giudizio dei vescovi inglesi e gallesi sul nuovo progetto di legge sul suicidio assistito che mercoledì ha superato la prima lettura alla Camera dei Lord. Se approvata, la legge permetterà ad persone adulte che soffrono dolori intollerabili a causa di una malattia terminale di ottenere su loro richiesta l’assistenza medica al suicidio. “I malati terminali hanno bisogno di cure adeguate, di essere assicurati che la loro vita ha un valore e che la società non li vuole morti - ha commentato l’arcivescovo di Cardiff. Una legge che consente ai medici di aiutare i pazienti ad uccidersi - ha aggiunto - si differenzia molto poco da una che consente di ucciderli”. Il provvedimento, che non legalizza peraltro l’eutanasia (punita in Gran Bretagna con pene fino a 14 anni di reclusione) e ammette comunque l’obiezione di coscienza, ha acceso forti polemiche nel Paese, soprattutto nell’ambiente medico che, secondo i sondaggi, sarebbe nettamente contrario.
(Cns – LZ)







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