2005-10-26 14:49:19

All’udienza generale, la preghiera di Benedetto XVI per le tante necessità della Chiesa e del mondo, in particolare per le popolazioni colpite dal terremoto e da altre calamità ambientali


(26/10/2005 - RV) Come sempre anche stamane una grande folla di pellegrini ha accolto il Papa in Piazza San Pietro per l’Udienza generale, tra questi un numeroso gruppo di circa mille bambini e ragazzi di varie regioni italiane, guariti negli ultimi 10 anni da malattie neoplastiche, aderenti alla Fondazione “Città della speranza” di Padova, venuti per ricevere la benedizione papale e donare una speranza in più a tutti i malati di poter vincere il tumore. Il servizio di Roberta Gisotti RealAudioMP3


Come abbiamo appena ascoltato, tra le migliaia di pellegrini in Piazza San Pietro, il Papa si è rivolto ai ragazzi della “Città della speranza”, una fondazione veneta davvero meritevole. Ce ne parla Tiziana Campisi. RealAudioMP3

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Una fondazione nata nel 1994 per i bambini leucemici. “Città della speranza” è stata voluta da un gruppo di imprenditori e privati del Veneto per sostenere la costruzione di un reparto di Oncoematologia Pediatrica nell’Azienda Ospedaliera di Padova e per sostenere la ricerca sulle neoplasie infantili. L’organizzazione finanzia e gestisce progetti scelti da un Comitato Scientifico Internazionale e aiuta bambini di tutta l’Italia ma anche provenienti dall’estero, in particolare dall’Est e da Chernobyl. Uno dei soci fondatori ne descrive le attività:

R. – Noi tutti siamo volontari e tutto quello che entra attraverso la raccolta di manifestazioni, di donazioni, serve per la ricerca. La fondazione “Città della speranza” paga gli stipendi a questi ricercatori. Prima abbiamo costruito questo padiglione, dove ci sono stanze che raccolgono i bambini, ma anche dove i genitori possono avere una sistemazione confortevole, perché devono purtroppo per mesi e mesi stare dentro a questi padiglioni.

Ma come affrontano genitori e figli la malattia? Ascoltiamo la testimonianza di una madre:

R. – Bisogna avere fiducia nei medici, nel consiglio dei sacerdoti, delle comunità… Si guardava sempre ad un’immagine di Maria e di Gesù con la speranza della guarigione”.

Laura oggi ha trent’anni, ne aveva 15 quando ha vinto la sua battaglia contro la leucemia grazie al trapianto del midollo ricevuto dal fratello.

R. – Adesso sto bene, faccio una vita normale, lavoro, ho amici …

D. – Come sei riuscita a superare i momenti più difficili?

R. – Avevo vicino i miei genitori. Mi appoggiavo su di loro e un po’ alla volta ne sono venuta fuori.

D. – Cosa, invece, ti sentiresti di dire ad una persona che ancora deve affrontare tanto?

R. – Di avere tanta pazienza.
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