2005-10-15 13:35:54

Il dramma della fame nel mondo è anche dovuto all'egoismo dell’uomo:
così Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione


(17 ottobre 2005 -RV) Il dramma della fame nel mondo è anche dovuto all’uomo, al suo egoismo: è un passaggio forte del messaggio che Benedetto XVI ha inviato al direttore generale della FAO, Jacques Diouf, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione che si è celebrata ieri nel 60esimo anniversario della nascita della stessa organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Della riflessione del Papa ci parla nel servizio Fausta Speranza: RealAudioMP3


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Non sono solo situazioni geografiche e climatiche a causare la mancanza di cibo ma anche le scelte egoistiche dell’uomo: il richiamo del Papa è ancora più chiaro quando elenca “carenze nell’organizzazione sociale, rigidità delle strutture economiche troppo spesso votate unicamente al profitto, pratiche contro la vita umana e sistemi ideologici che riducono la persona, privata della sua dignità fondamentale, ad essere solo uno strumento”. Tutti auspicano un “vero sviluppo mondiale”, spiega Benedetto XVI aggiungendo che questo esige però il contrario di quanto avviene: e cioè bisogna “conoscere in modo obiettivo le situazioni umane, discernere le vere cause della miseria e fornire risposte concrete”. E per farlo bisogna avere come priorità “una formazione appropriata delle persone e delle comunità”. Così – ribadisce – saranno messe in opera la libertà autentica e la responsabilità che – ricorda – sono “proprie dell’agire umano”.
Il Papa, guardando al tema scelto per la Giornata dell’Alimentazione 2005: “Agricoltura e dialogo tra le culture”, lo traduce come un invito a considerare il dialogo uno strumento efficace per creare le condizioni di sicurezza alimentare, nel rispetto della biodiversità. “Il dialogo coniuga gli sforzi di persone e nazioni a servizio del bene comune” e aiuta a vincere le tentazioni di conflitto dovute alla diversità di cultura, etnia, livello di sviluppo. E dunque il Papa parla di progresso tecnico per ricordare che non sarà mai efficace se non trova posto in una prospettiva più vasta in cui l’uomo sta al centro. Ricorda gli obiettivi ambiziosi e complessi che si dà la FAO, sottolineando che la Chiesa cattolica auspica che la sua attività e i suoi sforzi aiutino un vero dialogo tra le culture e contribuiscano a aumentare la capacità di nutrire la popolazione mondiale, nel rispetto della biodiversità. E il Papa cita l’espressione delle Sacre Scritture “non di solo pane vive l’uomo”, per ribadire che gli obiettivi della FAO possono essere raggiunti se “il rispetto della dignità umana, origine e fine dei diritti fondamentali diventa il criterio che ispira e orienta tutti gli sforzi”.
In definitiva il Papa ricorda che “l’essere umano non deve compromettere imprudentemente l’equilibrio naturale, frutto dell’ordine della creazione, ma deve al contrario badare a trasmettere alle generazioni future una terra in grado di nutrirle”.
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Ma cosa si deve fare per preservare la diversità biologica? Eugenio Bonanata lo ha chiesto ad Albino Maggio, ricercatore presso l’Università Federico II di Napoli: RealAudioMP3








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