MALAGA 11 ott. - Le “deportazioni” dei migranti subsahariani nel deserto del Marocco
ha messo in allarme la società civile e religiosa in Spagna. Si parla di circa duemila
immigrati spostati dalle autorità con i pulmann e abbandonati nel deserto del Sahara,
tra cui alcuni morti per la fame e la fatica, secondo le denunce di alcune ong e religiosi,
tra cui un gesuita spagnolo, padre Pep Buades, che sta seguendo da vicino la situazione.
Mons. Antonio Dorado Soto, vescovo di Málaga, a cui appartiene l’enclave spagnola
di Melilla, ha scritto ieri una nuova nota - è la seconda volta in una settimana
- sulla "grave situazione degli immigrati che cercano di entrare in Spagna per le
frontiere del Regno del Marocco”. Monsignor Dorado Soto afferma che “nonostante siano
arrivati fino alle nostre frontiere senza compiere gli adempimenti richiesti dalle
leggi in vigore, il trattamento che ricevono non sembra compatibile con i principi
degli Stati che hanno aderito ai diritti umani”. Mons. Dorado Soto chiede che “una
commissione delle Nazioni Unite o dell'Unione europea si faccia carico di queste persone
e cerchi una soluzione nel rispetto della loro dignità umana”. Il vescovo ringrazia
i cristiani di Melilla e “le diverse organizzazioni umanitarie, i giornalisti, le
forze di ordine pubblico e tutte le persone di buona volontà, che li stanno aiutando
come possono” e invita “tutta la società ad appoggiare misure umanitarie urgenti”.
(Sir - MANCINI)