Benedetto XVI, uomo del dialogo a tutto campo. Una riflessione del card. Cottier sugli
incontri del Papa con Hans Kung, i seguaci di mons. Lefebvre, Oriana Fallaci e gli
esponenti di ebraismo e islam
(28 settembre 2005 - RV) Ravvivare il rapporto tra fede e scienza, costruire ponti
di dialogo con l’islam e con le altre religioni, ricomporre nell’unità le divisioni
sorte all’interno della Chiesa. Con una serie di incontri privati, Benedetto XVI si
è impegnato, nelle ultime settimane, in un confronto diretto e personale con esponenti
del mondo ecclesiale e laico, da tempo in posizione di aperto contrasto con il magistero
pontificio o le scelte della Santa apostolica. Ne sono testimonianza le udienze concesse
di recente dal Papa al teologo tedesco Hans Küng – privato dal 1979 dell’autorizzazione
ad insegnare per conto della Chiesa cattolica – ma anche gli incontri del Pontefice
con mons. Bernard Fellay, responsabile della Fraternità San Pio X fondata dal vescovo
scismatico Marcel Lefebvre, e la giornalista italiana Oriana Fallaci, critica con
l’atteggiamento tenuto dalla Chiesa con il mondo musulmano. Senza contare i sentimenti
di stima ribaditi da Benedetto XVI ai massimi responsabili della religione ebraica
in Israele. Per una lettura di questi avvenimenti, ecco l’opinione del cardinale Georges
Cottier, teologo della Casa pontifica, al microfono di Alessandro De Carolis: