Urne aperte anche in Germania. Al voto 62 milioni di elettori. Dieci milioni gli indecisi
tra il cancelliere Schroeder e la sfidante conservatrice, Angela Merkel
(domenica 18 settembre -RV) Seggi aperti fino alle 18 in Germania, dove 62 milioni
di cittadini dovranno esprimersi per il rinnovo della Camera bassa del Parlamento.
Gli ultimi sondaggi, ieri, indicavano dieci milioni di elettori indecisi e un testa
a testa fra i due schieramenti: quello di centrosinistra guidato da Gerhard Schroeder
e quello di centrodestra guidato dalla sfidante conservatrice, Angela Merkel. Ma come
si è preparato il Paese a questo appuntamento? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Luigi
Geninazzi, inviato di “Avvenire” in Germania:
********** R.
– Io credo che la cosiddetta “Wechselstimmung”, cioè la voglia di cambiamento che
è diventata anche lo slogan di Angela Merkel, colga davvero la situazione di questo
Paese, anche se alcuni tra i tedeschi hanno anche paura delle riforme, sembrano esitanti
davanti ad un futuro di grandi incertezze. E’ un problema che non è solo economico,
perché c’è una ripresa economica tedesca, la Germania è il primo Paese esportatore
del mondo, ma questo viene pagato in termini molto duri dalla popolazione, nel senso
che il lavoro si fa all’estero e quindi la disoccupazione è sempre più alta e i sussidi
sociali sono sempre più diffusi. Potrei dire, solo per fare un esempio, che a Berlino
il 20 per cento dei cittadini vive di sussidi sociali. Ecco, questo Paese, quindi,
che una volta era la locomotiva e l’orgoglio dell’Europa, sta appunto riflettendo
su che cammino percorrere.
D. – Qual è il ruolo dei cattolici nel Paese?
R.
– Io credo che sia stato accolto con interesse, con attenzione il recente messaggio
della Conferenza episcopale tedesca, che in vista delle elezioni ovviamente non dava
indicazioni di voto ma invitava tutti a mettere a fuoco le riforme a sostegno della
famiglia e dei figli. Ecco, devo dire che su questo punto c’è stato un certo dibattito,
c’è il grande problema del crollo demografico della Nazioni tedesca e ci sono proposte,
sia da una parte sia dall’altra, che vogliono appunto mettere mano a questo problema.
D.
– Altro fronte decisivo per il futuro della Germania sarà la politica estera, l’Europa,
in particolare ...
R. – Sì, di questo si è parlato molto poco, perché quasi
tutta l’attenzione è stata concentrata sulle riforme sociali, sul taglio delle tasse,
sulle misure da prendere contro la disoccupazione. L’unico motivo un po’ polemico
nel dibattito elettorale è stato l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, un
ingresso di cui il cancelliere Schröder si è fatto paladino e che invece viene rifiutato
dalla Merkel, che preferisce puntare su una partnership privilegiata con la Turchia.
Tutto il resto è rimasto nell’ombra, ma questo non significa che non sia importante!
E’ chiaro che nel caso di una vittoria dello schieramento democratico e liberale,
la freddezza con l’altra sponda dell’Atlantico che è stata instaurata dal cancelliere
Schröder, diventa più calda e ci sarà anche una diversa visione del cosiddetto ‘motore’
franco-tedesco per quanto riguarda l’integrazione europea! **********