INDONESIA: CRISTIANI E MUSULMANI CONTRO LE VIOLENZE
GIAKARTA 7 set. - Il cardinale Giulio Darmaatmadja, arcivescovo di Giakarta e presidente
della Conferenza episcopale indonesiana, si è recato ieri dal capo della polizia
indonesiana, generale Sutanto, per chiedere un intervento della pubblica sicurezza
in caso di nuove attacchi contro fedeli e luoghi di culto. Insieme al porporato si
sono recati al comando generale della pubblica sicurezza Kiai Haj Hasyim Muzadi, presidente
del Nahdlatul Ulama (Nu, la più grande organizzazione musulmana dell’Indonesia) ed
il reverendo Andreas Yewangoe, presidente del Sinodo delle chiese indonesiane. La
visita alla polizia è da mettere in relazione alla protesta del 3 settembre a Giakarta
di migliaia di fedeli cristiani contro la chiusura di 23 chiese nella provincia ad
opera del Fronte di Difesa Islamico (Islamic Defender Front, Idf), gruppo composto
da fondamentalisti islamici. Il giorno dopo,il presidente indonesiano Susilo Bambang
Yudhoyono reiterava l’impegno governativo a garantire la libertà religiosa. Nel documento
Susilo chiede alla pubblica sicurezza di prevenire ogni violenza contro le diverse
confessioni religiose e chiama in causa Haj Maftuh Basyuni, ministro degli Affari
religiosi, che – scrive il presidente - “insieme ai capi locali deve fermare rapidamente
la violenza a Bandung, nel West Java”. Habieb Rizieq, presidente dell'Idf, ha risposto
oggi alle accuse ed ha sostenuto che quelle chiuse “non erano chiese ma case, che
non hanno il permesso di ospitare celebrazioni o preghiere”. Rizieq aveva ospitato,
nei giorni scorsi, il gesuita Franz Magnis-Suseno confermandogli la disponibilità
del suo gruppo “a prevenire ogni attacco contro le chiese legali, finchè queste rimangono
tali”. Intanto, tre cristiane sono state condannate a 3 anni di detenzione con l’accusa
di proselitismo verso bambini musulmani. L’accusa è stata mossa dal Consiglio indonesiano
dei Mullah. Alle varie udienze in un tribunale di Giakarta hanno partecipato musulmani
che incitavano alla condanna a morte delle tre cristiane. (Asianews – MANCINI)