Meeting europeo a Loreto sui minori immigrati promosso dagli Scalabriniani. L'esperienza
di Mons. Danzi
(27 luglio 2005 - RV) L’edizione del Meeting internazionale sulle migrazioni in corso
da ieri a Loreto si svolge per la prima volta senza la partecipazione di esponenti
del mondo politico e sindacale. “Una scelta fatta - spiegano gli organizzatori - perché
siamo già in clima preelettorale”. Il tema di questo VIII Meeting è “Figli di stranieri
o figli di nessuno? I minori immigrati protagonisti nell’Europa di oggi e di domani”.
Un argomento scelto in considerazione del fatto che, come spiegano i Padri Scalabriniani,
promotori del Meeting, mentre 10 anni fa i bambini immigrati presenti nelle scuole
italiane erano 30 mila, nel 2004-2005 sono saliti a 300 mila. Un incremento che deve
indurre le istituzioni, il volontariato e le comunità locali a ripensare la scuola
secondo un modello multiculturale. Ma ascoltiamo da Loreto Giovanni Peduto:
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delegato pontificio per il Santuario di Loreto, mons. Gianni Danzi, ha introdotto
il Meeting riferendo della sua esperienza personale di immigrato per 18 anni nella
Svizzera italiana. Ha narrato episodi che dimostrano come i figli di stranieri, nonostante
l’amore che possono ricevere dai genitori, siano figli di nessuno, se le condizioni
ambientali sono avverse. “Non possiamo illuderci – ha osservato il prelato – che sia
sufficiente dare agli stranieri un pezzo di pane o una vita più agiata, senza aiutarli
anche a sentirsi più integrati”.
A Loreto si parlerà così del problema della
conflittualità che affligge i figli di immigrati e che si rivolge di volta in volta
contro la famiglia e contro la società ospitante, traducendosi in una pendolarità
di identificazione, in cui il minore si sente ora profondamente radicato nella propria
cultura etnica, ora totalmente integrato nel nuovo ambiente. Di questo panorama emblematico
e nello stesso tempo ricco di prospettive e di futuro, il Meeting di Loreto vuole
fornire uno spaccato significativo, proponendo un’analisi della realtà dei minori
immigrati e delle risposte istituzionali e della società civile, a livello italiano
ed europeo. Questo nelle relazioni della mattina. Di pomeriggio laboratori interculturali
e forum, mentre la sera sarà il momento dell’intrattenimento, con spettacoli multietnici,
concerti e talk-show, con la partecipazione di vari artisti. Ci sarà anche un musical,
sabato sera, in Piazza del Santuario, sulla vita del Beato Giovanni Battista Scalabrini,
intitolato “Per terre lontane”, scritto per il centenario del fondatore, che cade
quest’anno. Conclusione domenica in Basilica con la Messa officiata dall’arcivescovo
Gianni Danzi. La sera, poi, animazione all’Hotel House di Porto Recanati, dove vivono
duemila immigrati.
Da Loreto, Giovanni Peduto, Radio Vaticana. **********
L’VIII Meeting internazionale sulle migrazioni, promosso dai Padri Scalabriniani
cade nel centenario della morte del loro fondatore, mons. Giovanni Battista Scalabrini,
vescovo di Piacenza, ispiratore di un carisma peculiare nella Chiesa di Dio, quello
del servizio ‘per’ e ‘con’ i migranti. L’intervista di Giovanni Peduto a padre Gianni
Borin, organizzatore del Convegno:
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R. – Paesi come la Francia, la Germania, l’Inghilterra conoscono il fenomeno della
seconda generazione già da vari decenni. Ma da pochi anni anche in Italia, divenuta
Paese di immigrazione, si trova, anche se un po’ impreparata, ad affrontare la nuova
realtà dei minori immigrati. Il titolo provocatorio che lei ha citato vuole favorire
il cammino dall’identità instabile e ‘pendolare’, tipica del figlio di immigrati,
alla meta ideale che ci faccia pensare ad una “generazione ponte”. Può essere come
una sintesi tra il bagaglio culturale ricevuto nella famiglia, e nel gruppo di appartenenza,
e quello ottenuto attraverso i percorsi educativi e formativi che la società di accoglimento
offre ad essa.
D. – Quali sono gli aspetti che più preoccupano? Come li affronterete
e con quali testimonianze?
R. – Qualcuno ha definito i minori immigrati come
la generazione del sacrificio, in quanto destinata a pagare gli alti costi del percorso
migratorio familiare: essi sono migranti senza averlo voluto e devono adattarsi ad
una situazione in cui spesso i genitori sono logorati dalle conseguenze dell’emigrazione.
Questi ragazzi rimangono, nel loro profondo e nella percezione della società, “figli
di stranieri” e, quindi, “stranieri” essi stessi. Sono soggetti ad un’altalena di
identificazioni: una specie di movimento “pendolare” di appartenenza, che li porta
ad identificarsi in modo estremo con la società di residenza e, a volte, a contrapporsi
ad essa, sottolineando ed esasperando la loro estraneità. Per prevenire forme di ghettizzazione
e grave disagio sociale, le società europee sono obbligate ad affrontare con serietà
il problema della seconda generazione, mettendo in atto politiche organiche di integrazione,
rivolte sia ai giovani che alle loro famiglie. La nostra riflessione sarà favorita
da qualificati interventi e testimonianze, a livello regionale, nazionale ed internazionale.
Interverranno studiosi e ricercatori dell’ISMU, del CENSIS, dello CSER, del CIEMI
di Parigi e di varie università d’Italia e d’Europa.
D. – Può quantificare
la presenza in Italia dei figli di immigrati e la loro fisionomia?
R. – Da
studi recenti sappiamo che i minori stranieri regolarmente presenti in Italia lo scorso
anno erano 412 mila, il 45 per cento in più rispetto al 2001, quando se ne contavano
128 mila. Quasi la metà (il 48 per cento) di loro era nata in Italia. Ogni anno i
figli degli stranieri crescono del 20 per cento. La presenza nella scuola italiana
è di circa 300 mila alunni figli di immigrati (il 3,5 per cento della popolazione
scolastica globale). In un decennio gli alunni stranieri sono quasi decuplicati (passando
da 30 mila a 285 mila). Nei prossimi dieci anni, le ipotesi di crescita prevedono
una presenza almeno raddoppiata rispetto ai valori attuali (fino a 658 mila).
D.
– Quest’anno l’VIII Meeting Internazionale di Loreto sulle migrazioni in Europa cade
nell’anno centenario della morte del fondatore dei Padri Scalabriniani…
R.
– Stiamo verificando con grande stupore l’attualità del carisma e il diffuso interesse
per la personalità e il pensiero del Beato Giovanni Scalabrini, vescovo di Piacenza,
fondatore dei Missionari Scalabriniani. Si stanno svolgendo manifestazioni in tutto
il mondo e, in particolare in Italia, stiamo proponendo in varie città una riflessione
storica sull’emigrazione italiana della fine del XIX ed inizio del XX secolo (l’epoca
appunto di Scalabrini), per rilanciare un dibattito sull’attualità migratoria in Italia
ed in Europa. In ogni città, accanto alla “memoria” sull’emigrazione italiana ed al
dibattito sull’attualità migratoria locale, viene proposta una sensibilizzazione per
i giovani sulle problematiche legate alle migrazioni, all’accoglienza ed all’integrazione,
ed uno spettacolo musicale sulla vita e l’opera di Giovanni Battista Scalabrini (“Per
terre lontane”) realizzato dalla compagnia teatrale amatoriale Scalabrini & Friends
di Bassano del Grappa. A completare il quadro delle manifestazioni e dare ad esse
una dimensione di mondialità, è prevista una mostra fotografica (“Limes”) di Giuseppe
Lanzi sulle frontiere migratorie nel mondo. Le manifestazioni si sono già svolte a
Piacenza, Roma, Milano, Padova, Como, Manfredonia, Firenze, e dopo il Meeting di Loreto
toccheranno Liguria e Puglia, Veneto, Calabria, e altre località. **********