2005-07-11 14:22:19

Comunicato finale della V riunione della commissione bilaterale della Santa Sede per i rapporti con l'ebraismo


(11 luglio - RV) Le relazioni fra autorità religiosa e civile nelle tradizioni ebraica e cristiana: è stato questo l’oggetto di confronto della quinta riunione della commissione bilaterale della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato d’Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica, svoltosi a Gerusalemme a fine giugno. Dei risultati dell’incontro, dà conto oggi un comunicato congiunto, che sottolinea come scopo del dialogo sia innanzitutto “promuovere i principi di santità e dignità di ogni essere umano” migliorando la collaborazione tra cattolici ed ebrei. Obiettivo, questo, che Benedetto XVI si è impegnato a promuovere sulla scia del suo predecessore, Giovanni Paolo II, di cui è stato ricordato il suo “storico contributo alla riconciliazione tra cattolici ed ebrei”.
La discussione si è concentrata sulla responsabilità dello Stato nel garantire i diritti di tutte le comunità religiose. Particolare attenzione è stata attribuita alla situazione e alle necessità delle comunità cristiane in Terra Santa, così come alle necessità delle comunità ebraiche nel mondo, facilitando la piena uguaglianza sociale e politica senza indebolire le identità particolari.
Nella nota, firmata dal Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen e dal cardinale Jorge Mejía, presidenti delle due delegazioni, vengono individuati i punti chiave emersi durante la riunione di Gerusalemme. La commissione bilaterale ribadisce che “i valori religiosi sono di vitale importanza per il benessere dell’individuo e della società” e che “scopo dell’autorità civile è servire e procurare il bene comune, rispettando la vita e la dignità di ciascun individuo”. In tale contesto, si avverte che “pur sottolineando l’importanza della democrazia, nel medesimo tempo è essenziale tutelare, mediante la legge, la società dall’individualismo estremo” e “dall’insensibilità ai valori culturali e morali delle tradizioni religiose”.
Ancora, si legge nel comunicato, “la libertà di religione deve essere garantita, sia agli individui sia alle comunità, da parte delle autorità civili e religiose”. L’ultimo punto è un’esortazione comune “a dare esempio di responsabilità religiosa in questi ambiti”, e specialmente ad “educare le giovani generazioni sia ricorrendo agli operatori dei grandi mezzi di comunicazione, sia attraverso i normali canali educativi”.
  







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