Comunicato finale della V riunione della commissione bilaterale della Santa Sede per
i rapporti con l'ebraismo
(11 luglio - RV) Le relazioni fra autorità religiosa e civile nelle tradizioni ebraica
e cristiana: è stato questo l’oggetto di confronto della quinta riunione della commissione
bilaterale della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato
d’Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica, svoltosi a Gerusalemme a fine giugno.
Dei risultati dell’incontro, dà conto oggi un comunicato congiunto, che sottolinea
come scopo del dialogo sia innanzitutto “promuovere i principi di santità e dignità
di ogni essere umano” migliorando la collaborazione tra cattolici ed ebrei. Obiettivo,
questo, che Benedetto XVI si è impegnato a promuovere sulla scia del suo predecessore,
Giovanni Paolo II, di cui è stato ricordato il suo “storico contributo alla riconciliazione
tra cattolici ed ebrei”. La discussione si è concentrata sulla responsabilità dello
Stato nel garantire i diritti di tutte le comunità religiose. Particolare attenzione
è stata attribuita alla situazione e alle necessità delle comunità cristiane in Terra
Santa, così come alle necessità delle comunità ebraiche nel mondo, facilitando la
piena uguaglianza sociale e politica senza indebolire le identità particolari.
Nella nota, firmata dal Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen e dal cardinale Jorge Mejía,
presidenti delle due delegazioni, vengono individuati i punti chiave emersi durante
la riunione di Gerusalemme. La commissione bilaterale ribadisce che “i valori religiosi
sono di vitale importanza per il benessere dell’individuo e della società” e che “scopo
dell’autorità civile è servire e procurare il bene comune, rispettando la vita e la
dignità di ciascun individuo”. In tale contesto, si avverte che “pur sottolineando
l’importanza della democrazia, nel medesimo tempo è essenziale tutelare, mediante
la legge, la società dall’individualismo estremo” e “dall’insensibilità ai valori
culturali e morali delle tradizioni religiose”. Ancora, si legge nel comunicato,
“la libertà di religione deve essere garantita, sia agli individui sia alle comunità,
da parte delle autorità civili e religiose”. L’ultimo punto è un’esortazione comune
“a dare esempio di responsabilità religiosa in questi ambiti”, e specialmente ad “educare
le giovani generazioni sia ricorrendo agli operatori dei grandi mezzi di comunicazione,
sia attraverso i normali canali educativi”.