NAN CHONG 2 LUG. - Un gruppo internazionale di benedettini e di benedettine di Sant'Ottilia
hanno potuto visitare, di recente, un loro antico monastero nella diocesi cinese di
Nan Chong, nel sud-ovest della Cina. Negli anni Sessanta il monastero venne trasformato
dai comunisti in una fabbrica di apparecchi radio. Analogo sorte toccò nella stessa
diocesi ad un monastero di trappisti. Quest'ultimo accoglie di nuovo una piccola comunità
di cistercensi riformati. Si spera così che la recenta visita di monaci e di monache
della Congregazione benedettina possa preludere ad una riapertura del oro monastero.
I religiosi e le religiose, che si sono recati a Nan Chong provenivano dagli Stati
Uniti, dall'Inghilterra e dalla Germania. Nonostante il regime comunista, i figli
e le figlie di San Benedetto non hanno smesso di prendersi cura della Cina sostenendo
alcune comunità cattoliche locali, sostenendo economicamente un ospedale e mettendo
a disposizione numerose borse di studio per lo studio all'estero di sacerdoti, di
religiosi e di religiose. L'anno scorso, l'arciabate presidente della Congregazione
benedettina di Sant'Ottilia, il tedesco padre Jeremias Schroeder, chiese a tutti i
suoi religiosi dei due rami di pregare incessantemente per le necessità della Chiesa
in Cina e per il popolo cinese. La diocesi cinese di Nan Chong conta oggi 70 mila
fedeli assistiti da 15 sacerdoti. Una quindicina le chiese riaperte al culto. (Apic,
Fides - MANCINI)