Rafforzare il dialogo tra Cristiani ed Ebrei: così Benedetto XVI nell'udienza ai leader
mondiali della comunità ebraica
(9 giugno 2005 - RV) Nelle relazioni con gli ebrei, è mia intenzione proseguire sulla
strada tracciata da Giovanni Paolo II. E’ quanto ribadito da Benedetto XVI nell’udienza
ad una delegazione dell’organizzazione ebraica, International Jewish Committee
on Interreligious Consultations (UCIC) di New York, ricevuta nella Sala dei Papi
in Vaticano. L’incontro si colloca nell’ambito delle celebrazioni per il 40.mo anniversario
della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate sulle relazioni della Chiesa cattolica
con le religioni non cristiane. Nel suo intervento, il Papa ha sottolineato anche
l’importanza di non dimenticare la tragedia della Shoah. All’udienza ha preso parte
anche il cardinale Walter Kasper, presidente della Commissione della Santa Sede per
i rapporti con l’ebraismo. Commissione che intrattiene con l’UCIC un rapporto di dialogo
da 35 anni, organizzando le periodiche riunioni dell’organismo congiunto, il Comitato
internazionale di collegamento cattolico-ebraico. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nel suo indirizzo
d’omaggio, il rabbino Israel Singer, presidente dell’organizzazione ebraica, ha espresso
l’auspicio che cristiani ed ebrei possano lavorare assieme per un futuro di pace.
Un relazione speciale quella tra il Pontefice e la comunità ebraica. Tra i primi messaggi
inviati da Benedetto XVI, dopo l’elezione a Pontefice, c’è proprio quello al rabbino
capo di Roma, Riccardo Di Segni. “Confido nell’aiuto dell’Altissimo per continuare
il dialogo e rafforzare la collaborazione con i figli e le figlie del popolo ebraico”,
scriveva Papa Joseph Ratzinger a poche ore dall’elezione alla Cattedra di Pietro.
D’altro canto, gli ebrei sono i primi non cristiani ad essere ricevuti in udienza
da Benedetto XVI. A sottolineare questo aspetto è padre Norbert Hofmann, segretario
della Pontificia Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, intervistato
da Ludwig Waldmüller: