2005-06-06 20:56:38

"Sopprimere o manomettere la vita che nasce è contrario all'amore umano"


(7 giugno 2005 - RV) Numerose le reazioni a quanto detto ieri da Benedetto XVI che ha aperto a san Giovanni in Laterano in Roma, il Convegno diocesano sul tema “Famiglia e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede”. Una tre giorni di lavori che si concluderà giovedì con l’intervento del cardinale Vicario Camillo Ruini. Ma quali sono state le parole del Papa? Il servizio di Paolo Ondarza. RealAudioMP3


Un discorso molto denso di spunti, quello di Benedetto XVI al Convegno della Diocesi di Roma sulla famiglia. Per un commento, Alessandro De Carolis ha sentito il prof. Antonio Maria Baggio, docente di Etica politica alla Pontificia Università Gregoriana, che si sofferma anzitutto sul valore del matrimonio come patto di libertà e responsabilità tra coniugi: RealAudioMP3

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R. - Quando due persone si sposano danno vita ad un soggetto che ha un’estrema importanza per la società. Ma il valore sociale del matrimonio può essere perseguito soltanto se i due coniugi sono responsabili e consapevoli di quello che fanno. In quest’ottica, il Papa propone una visione alta prima di tutto del singolo - come persona capace, una volta diventato maturo, di donare tutto se stesso ad un altro - e poi due persone così danno vita ad un soggetto sociale rilevante.
D. – La dignità di un matrimonio così inteso fa risaltare il contrasto con altri tipi di unioni basate, per dirla con Benedetto XVI, su una “pseudo-libertà” che banalizza corpo e dignità umani…

R. – Sì, ma qui bisogna distinguere. Per esempio, le persone che non si sposano perché hanno una sorta di sfiducia nel matrimonio, perché vedono dei matrimoni che non riescono a reggere: su queste persone, che magari si amano veramente e quindi danno vita agli aspetti affettivi della famiglia, bisognerebbe fare un’opera sia di formazione, sia di testimonianza, per mostrare che la completezza del loro legame richiede anche l’atto pubblico del matrimonio. Ci sono poi altre unioni, come quelle delle coppie omosessuali, che sono invece in contrasto diretto con la natura che è scritta nell’uomo e che deve essere invece rispettata.

D. – Dalla banalizzazione dell’uomo alla manipolazione della vita, ha fatto notare il Papa ieri, il passo diventa molto breve. Ma, ha avvertito, c’è un grosso rischio in questo anche da un punto di vista laico. Liberare per forza la natura da Dio – ha detto – fa perdere poi di vista la natura stessa…

R. – Ci sono delle forme di libertà che vengono vissute dal soggetto come scelte libere, ma che in realtà non si traducono poi in atti realmente liberi. C’è una frammentazione dell’etica, tale per cui ognuno pensa di potersi costruire una sorta di “morale fai-da-te”. In questo senso, il grande progetto che ogni uomo porta dentro di sé può venire banalizzato e l’uomo deresponsabilizzato. Quando si banalizza la vita in questa maniera, ciascuno di noi perde valore. Se non c’è questo rispetto si può pensare di poter manipolare l’uomo, specialmente quando è in condizioni tali di debolezza, di incapacità di difendere i propri diritti, per cui si incomincia a diffondere una forma di opinione pubblica, di ideologia, in base alla quale, ad esempio l’embrione - che non è visibilmente un uomo, ma che in realtà noi sappiamo essere tale – se è utile lo si può anche piegare a dei fini che sono di tipo utilitaristico.

D. – In che modo è possibile far comprendere all’uomo della nostra società i pericoli di quel relativismo etico che fa un po’ da humus a convinzioni che minacciano la vita e la famiglia, in cui essa nasce, anziché difenderla?

R. – Anzitutto, un valore molto grande ce l’ha la testimonianza, cioè la capacità, soprattutto da parte dei credenti, di mostrare le proprie famiglie come luoghi in cui ci si realizza pienamente, anche come singoli, e non come luoghi di psicosi o di nevrosi. Bisogna tener conto che con queste mentalità che si vanno imponendo attualmente e che sono criticate dal Papa, in realtà la persona si spezza. Si crea un dualismo per cui si pensa di poter usare il proprio corpo, piegarlo ai più diversi comportamenti, anche quelli non rispettosi della dignità che il corpo ha. Da qui viene anche il richiamo a vivere una sessualità in maniera molto attenta.
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