"Sopprimere o manomettere la vita che nasce è contrario all'amore umano"
(7 giugno 2005 - RV) Numerose le reazioni a quanto detto ieri da Benedetto XVI che
ha aperto a san Giovanni in Laterano in Roma, il Convegno diocesano sul tema “Famiglia
e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede”. Una tre
giorni di lavori che si concluderà giovedì con l’intervento del cardinale Vicario
Camillo Ruini. Ma quali sono state le parole del Papa? Il servizio di Paolo Ondarza.
Un discorso
molto denso di spunti, quello di Benedetto XVI al Convegno della Diocesi di Roma sulla
famiglia. Per un commento, Alessandro De Carolis ha sentito il prof. Antonio Maria
Baggio, docente di Etica politica alla Pontificia Università Gregoriana, che si sofferma
anzitutto sul valore del matrimonio come patto di libertà e responsabilità tra coniugi:
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R. - Quando due persone si sposano danno vita ad un soggetto che ha un’estrema
importanza per la società. Ma il valore sociale del matrimonio può essere perseguito
soltanto se i due coniugi sono responsabili e consapevoli di quello che fanno. In
quest’ottica, il Papa propone una visione alta prima di tutto del singolo - come persona
capace, una volta diventato maturo, di donare tutto se stesso ad un altro - e poi
due persone così danno vita ad un soggetto sociale rilevante. D. – La dignità
di un matrimonio così inteso fa risaltare il contrasto con altri tipi di unioni basate,
per dirla con Benedetto XVI, su una “pseudo-libertà” che banalizza corpo e dignità
umani…
R. – Sì, ma qui bisogna distinguere. Per esempio, le persone che non
si sposano perché hanno una sorta di sfiducia nel matrimonio, perché vedono dei matrimoni
che non riescono a reggere: su queste persone, che magari si amano veramente e quindi
danno vita agli aspetti affettivi della famiglia, bisognerebbe fare un’opera sia di
formazione, sia di testimonianza, per mostrare che la completezza del loro legame
richiede anche l’atto pubblico del matrimonio. Ci sono poi altre unioni, come quelle
delle coppie omosessuali, che sono invece in contrasto diretto con la natura che è
scritta nell’uomo e che deve essere invece rispettata.
D. – Dalla banalizzazione
dell’uomo alla manipolazione della vita, ha fatto notare il Papa ieri, il passo diventa
molto breve. Ma, ha avvertito, c’è un grosso rischio in questo anche da un punto di
vista laico. Liberare per forza la natura da Dio – ha detto – fa perdere poi di vista
la natura stessa…
R. – Ci sono delle forme di libertà che vengono vissute dal
soggetto come scelte libere, ma che in realtà non si traducono poi in atti realmente
liberi. C’è una frammentazione dell’etica, tale per cui ognuno pensa di potersi costruire
una sorta di “morale fai-da-te”. In questo senso, il grande progetto che ogni uomo
porta dentro di sé può venire banalizzato e l’uomo deresponsabilizzato. Quando si
banalizza la vita in questa maniera, ciascuno di noi perde valore. Se non c’è questo
rispetto si può pensare di poter manipolare l’uomo, specialmente quando è in condizioni
tali di debolezza, di incapacità di difendere i propri diritti, per cui si incomincia
a diffondere una forma di opinione pubblica, di ideologia, in base alla quale, ad
esempio l’embrione - che non è visibilmente un uomo, ma che in realtà noi sappiamo
essere tale – se è utile lo si può anche piegare a dei fini che sono di tipo utilitaristico.
D. – In che modo è possibile far comprendere all’uomo della nostra società
i pericoli di quel relativismo etico che fa un po’ da humus a convinzioni che minacciano
la vita e la famiglia, in cui essa nasce, anziché difenderla?
R. – Anzitutto,
un valore molto grande ce l’ha la testimonianza, cioè la capacità, soprattutto da
parte dei credenti, di mostrare le proprie famiglie come luoghi in cui ci si realizza
pienamente, anche come singoli, e non come luoghi di psicosi o di nevrosi. Bisogna
tener conto che con queste mentalità che si vanno imponendo attualmente e che sono
criticate dal Papa, in realtà la persona si spezza. Si crea un dualismo per cui si
pensa di poter usare il proprio corpo, piegarlo ai più diversi comportamenti, anche
quelli non rispettosi della dignità che il corpo ha. Da qui viene anche il richiamo
a vivere una sessualità in maniera molto attenta. **********