Motu Proprio di Benedetto XVI per la Basilica di San Paolo fuori le Mura: nominato
come arciprete Mons. Cordero Lanza di Montezemolo
(31 maggio 2005 - RV) Benedetto XVI ha emanato oggi con il Motu Proprio “L’antica
e venerabile Basilica” nuove norme per un rinnovato esercizio del culto nella Basilica
Pontificia di San Paolo fuori le Mura. In conformità a quanto in esse stabilito, il
Santo Padre ha nominato arciprete della Basilica mons. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo,
arcivescovo titolare di Tuscania. “L’Apostolo delle Genti – scrive il Papa nel documento
– illumini e protegga quanti svolgono le loro mansioni nella Basilica a lui dedicata
e conceda aiuto e conforto a tutti i fedeli ed ai pellegrini che con sincera devozione
si recano nel luogo sacro alla memoria del suo martirio, per ravvivare la loro fede
ed invocare la sua protezione sul proprio cammino di santificazione e sull’impegno
della Chiesa, per la diffusione del Vangelo nel mondo contemporaneo”. La Basilica
di San Paolo fuori le Mura, constata il Papa nel Motu Proprio “ha sempre avuto una
peculiare importanza nella storia della cristianità, insieme con le altre tre Basiliche
Maggiori di Roma, meta di numerosi pellegrinaggi, particolarmente in occasione degli
Anni Santi”. Il Pontefice ricorda dunque che accanto alla Basilica di San Paolo esiste
da tredici secoli la prestigiosa omonima Abbazia dei Monaci Benedettini”. Tutta l’area,
con il Trattato Lateranense del 1929, gode di uno specifico status giuridico, secondo
le norme di diritto internazionale. Benedetto XVI spiega che l’emanazione del Motu
Proprio serve a “chiarire o definire i principali aspetti della gestione pastorale
e amministrativa del complesso di San Paolo fuori le Mura”, che il Santo Padre conferma
come “ente canonico con personalità giuridica pubblica”. E stabilisce che, come nel
caso delle altre tre Basiliche Maggiori, vi sia preposto un arciprete nominato dal
Romano Pontefice. “In tempi recenti – afferma ancora – la Santa Sede ha dimostrato
particolare interesse nel promuovere nella Basilica, o nell’ambito dell’Abbazia, lo
svolgimento di speciali eventi di carattere ecumenico”. Sarà quindi compito dei monaci,
avverte il Papa, “organizzare, coordinare e sviluppare tali programmi, con l’aiuto
anche di confratelli Benedettini di altre Abbazie ed in accordo con il Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani”. “L’Arciprete – si legge
ancora nel documento pontificio – eserciterà la giurisdizione ordinaria ed immediata”,
“avrà un suo Vicario per la Pastorale nella persona dell’Abate dell’Abbazia Benedettina
di San Paolo, nonché un suo Delegato per l’Amministrazione”. L’Arciprete di San Paolo,
prosegue Benedetto XVI, “dovrà sovrintendere a tutto il complesso extraterritoriale,
coordinando le varie amministrazioni ivi operanti, secondo le finalità proprie, salvo
quanto rientra nelle competenze esclusive dell’Abate all’interno dell’Abbazia”. Per
quanto riguarda l’abate del monastero, questi, dopo essere stato canonicamente eletto,
deve ricevere la conferma del Papa e gode dei diritti e delle prerogative proprie
del Superiore della Comunità benedettina. L’Abbazia, rammenta ancora il Papa,
ha assunto dal marzo scorso la denominazione di “Abbazia di San Paolo fuori le Mura”,
con la soppressione del titolo di circoscrizione “territoriale”. “Fatte salve perciò
le competenze dell’Arciprete di San Paolo e quelle proprie dell’Abate – sottolinea
il Motu Proprio – la potestà di giurisdizione pastorale ordinaria sull’intera area
extraterritoriale di San Paolo fuori le Mura spetta al cardinale vicario di Roma”,
che la esercita mediante la parrocchia territorialmente competente della Diocesi.
Di qui la soppressione della Pontificia Amministrazione della Patriarcale Basilica
di San Paolo, le cui funzioni sono trasferite all’arciprete. Il Papa sottolinea
infine quanto gli sia a cuore che nella Basilica di San Paolo fuori le Mura sia “assicurato
il ministero della Penitenza in favore di tutti i fedeli che la frequentano”, confermando
che “l’amministrazione del sacramento della Penitenza continui ad essere affidato
alla attenta cura di Penitenzieri, scelti fra i Monaci Benedettini e costituiti secondo
quanto disporrà il prossimo Statuto”.