"L'astensione ai referendum non è disimpegno". Così il card. Ruini alla 54.a Assemblea
della CEI. Le reazioni del mondo politico italiano.
(30 maggio 2005 - RV) "L’astensione non è disimpegno". Il cardinale Camillo Ruini
dedica un capitolo intero della sua prolusione al referendum del 12 e 13 giugno sulla
procreazione assistita. I vescovi italiani, ha spiegato aprendo la 54.ma assemblea
generale della Conferenza episcopale italiana, sono “per una consapevole non partecipazione
al voto, che ha il significato di un doppio no, ai contenuti dei quesiti sottoposti
a referendum” e “all’uso dello strumento referendario in una materia tanto complessa
e delicata”. “Non siamo contro la scienza e i suoi progressi – ha tenuto a precisare
il porporato, spiegando la posizione della CEI – al contrario, ammiriamo e sosteniamo
i frutti della ricerca e dell'intelligenza, che è il segno dell'immagine di Dio nell’uomo”.
Non si tratta, ha detto ancora, “di arrestare od ostacolare il cammino della scienza,
ma di orientarlo in modo che esso non perda di vista il valore e la dignità di ogni
essere umano”. I presuli italiani, ha voluto evidenziare, sperano che il dibattito
in corso “non eluda troppo marcatamente la vera posta in gioco” e auspicano “un’informazione
che rappresenti in maniera sufficientemente equilibrata le posizioni che sono davvero
in campo”. “Non ci muovono interessi di parte, fosse pure la parte cattolica – ha
affermato il cardinale Ruini - Non entriamo in competizioni di partiti, ma ci preoccupiamo
unicamente, e concretamente, di quella difesa e promozione dell’uomo che è parte integrante
dell’annuncio del Vangelo”. Nella prolusione, il porporato si è così soffermato
sulla difficile situazione in Iraq e Afghanistan. E qui ha assicurato le preghiere
dei vescovi italiani per Clementina Cantoni, volontaria rapita a Kabul e ancora in
mano ai terroristi. Passando in rassegna le grandi questioni dell’attualità internazionale,
ha parlato del “succedersi di sanguinosissime catene di attentati in Iraq”, che “le
grandi speranze accese dalle elezioni” del 30 gennaio “non sono riuscite ad impedire”.
La repressione del terrorismo non basta, ha avvertito. Serve “la ricerca di soluzioni
e di intese che possano essere condivise da ciascuna componente della complessa società
irachena”. Per quanto riguarda il Medio Oriente, nonostante la ripresa del “dialogo
tra le parti” e “passi avanti significativi”, rimane “assolutamente indispensabile
e doveroso” per il cardinale Ruini “un impegno internazionale davvero concorde e convergente,
per condurre finalmente a risultati concreti il processo di pacificazione”. Pur
non facendo riferimento al no della Francia al Trattato costituzionale europeo, il
porporato si è soffermato sulla fase attuale dell’Unione Europea. Il presidente della
CEI ha riconosciuto gli sviluppi positivi compiuti dopo la firma della Costituzione,
ma è necessaria maggiore consapevolezza delle radici cristiane del Vecchio Continente.
Quindi, ha auspicato che possano presto aprirsi le porte dell’Europa per l’Ucraina,
“terra nella quale il desiderio di libertà si è espresso con forza e ha prodotto risultati
altamente significativi”.
Il giorno dopo la messa del Papa al Congresso eucaristico
di Bari, il presidente dei vescovi italiani non ha mancato di soffermarsi sul rapporto
tra il Successore di Pietro e l’Italia. Rapporto "tanto evidente con Giovanni Paolo
II” e “già ugualmente visibile con Benedetto XVI”. E’ “ormai del tutto chiaro che
per il popolo italiano non ha alcun rilievo la nazionalità del successore di Pietro”,
ha sottolineato il cardinale Ruini. “Nel tempo ancora tanto breve intercorso dalla
sua elezione”, ha constatato, Benedetto XVI “ha già dato prova concreta di una presenza
davvero eccezionale, non soltanto verso la Chiesa di Roma di cui è vescovo, ma anche
vero l’Italia e noi vescovi italiani”. Una parte della prolusione, il presidente
della CEI l’ha dedicata anche alla politica italiana. Guardando alle elezioni del
2006, è stato il suo richiamo, ci si lascia “troppo assorbire dalla competizione tra
i due schieramenti”. All’Italia serve invece una “mobilitazione delle energie” a partire
da “motivazioni non soltanto economiche, ma umani e morali”, attraverso una “coerente
testimonianza di vita dei credenti”. Il cardinale Ruini ha inoltre auspicato “la promozione
di una politica organica a favore della famiglia”; “l’adozione di misure che consentano
ai giovani di progettarsi un futuro” in particolare con riferimento ai mutui per l’acquisto
della casa e ancora misure coraggiose per lo sviluppo del Mezzogiorno. E intanto
in Italia è del tutto aperto il dibattito per il referendum sulla fecondazione assistita.
Molteplici le reazioni politiche alla posizione della Chiesa. Sentiamo Giampiero Guadagni: