2005-05-29 14:48:21

“Non è facile vivere da cristiani”. lo ha sottolineato Benedetto XVI durante la messa conclusiva del XXIV Congresso eucaristico nazionale a Bari: in migliaia, giovani e meno giovani, molti in veglia da ieri sera


(29 maggio - RV) “Non è facile vivere da cristiani”. Lo ha ripetuto da Bari Papa Benedetto XVI, in un passaggio dell’omelia della Messa con cui ha concluso il XXIV Congresso Eucaristico Nazionale italiano, sul tema “Senza la Domenica non possiamo vivere”. Nella spianata di Marisabella, sul Lungomare della cittadina dell’Italia del Sud, di fronte ad una folla attenta e compatta, il Papa ha ribadito il suo messaggio di speranza, di fedeltà al Vangelo e con una decisa accentuazione ecumenica. Lo attendevano in migliaia, giovani e meno giovani, moltissimi dei quali in veglia da ieri sera, al ritmo di uno spettacolo di canti e preghiere. “Ci attendiamo un forte impulso missionario per recuperare la domenica come giorno della festa della Chiesa e dell’uomo”, ha ripetuto don Antonio Staglianò docente all’Istituto Teologico Calabro. Da Bari uno dei nostri inviati, Fabrizio Mastrofini: RealAudioMP3

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Al termine di otto giorni di Congresso Eucaristico Nazionale, nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo, Papa Benedetto XVI ha ripetuto che nella società di oggi non è certo facile vivere da cristiani. Ma nella fame del deserto spirituale, è il Pane eucaristico l’alimento capace di dare la forza per affrontare le fatiche e la stanchezza della vita quotidiana:

“Il precetto festivo non è quindi semplicemente un dovere imposto dall’esterno. Partecipare alla Celebrazione domenicale e cibarsi del Pane eucaristico è un bisogno per il cristiano, il quale può così trovare l’energia necessaria per il cammino da percorrere. Un cammino, peraltro, non arbitrario: la strada che Dio indica mediante la sua legge va nella direzione iscritta nell’essenza dell’uomo”.

Benedetto XVI ha dedicato l’omelia all’Eucaristia e all’ecumenismo, un tema strettamente legato a Bari, città di San Nicola, ponte tra Oriente ed Occidente. Ed ha inserito la centralità della celebrazione eucaristica nella vita cristiana all’interno di una più vasta riflessione sul significato che oggi dobbiamo dare alla presenza di Dio nella storia e nella vita personale di ognuno di noi. L’Eucaristia è centrale perché non è un simbolo ma è il segno della reale presenza di Gesù che accetta anche la defezione dei suoi discepoli e non cede dall’indicare la strada che bisogna seguire.

“Nell’Eucaristia Cristo è realmente presente tra noi. La sua non è una presenza statica. È una presenza dinamica, che ci afferra per farci suoi, per assimilarci a sé”.

Il Cristo presente nell’Eucaristia è lo stesso che porta per mano tutta la Chiesa, nei cinque continenti:

“Il Cristo che incontriamo nel Sacramento è lo stesso qui a Bari come a Roma, qui in Europa come in America, in Africa, in Asia, in Oceania. E’ l’unico e medesimo Cristo che è presente nel Pane eucaristico di ogni luogo della terra. Questo significa che noi possiamo incontrarlo solo insieme con tutti gli altri. Possiamo riceverlo solo nell’unità”.

Bari custodisce le reliquie di San Nicola, terra di incontro e dialogo con l’Oriente. Il Papa ribadisce qui, oggi, la sua volontà di assumere come impegno fondamentale quello di lavorare con tutte le energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo.

“Sono cosciente che per questo non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che è il presupposto di ogni progresso sulla via dell’ecumenismo”.

E di grande suggestione nella Messa è stata la proclamazione del Vangelo in lingua greca, che ha fatto seguito alla lettura in italiano del brano del Vangelo di Giovanni, in cui Gesù dice alle folle dei Giudei: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”:

(prime parole del Vangelo in lingua greca)
La presenza del Papa è servita a centrare di nuovo l’attenzione sul tema dell’Eucaristia e sul significato della domenica. Il motto scelto per il Congresso, “Senza la domenica non possiamo vivere”, ci riporta alla persecuzione dell’anno 304, quando ad Abitene, in Tunisia, un piccolo gruppo di cristiani venne sorpreso a celebrare nonostante i divieti statali. Gli atti del processo prima del martirio riportano la motivazione di quel gesto – “senza la domenica non possiamo vivere” – data ai funzionari imperiali. Oggi non siamo nella persecuzione ma certamente in una fase di indifferenza e di deserto spirituale – come dice il Papa – che rende impegnativo il compito di dare testimonianza delle ragioni della fede.

E tutto il Congresso, in questa settimana passata, si è snodato lungo il binario della testimonianza e della festa. Nei giorni scorsi è stato sottolineato anche l’impegno della Chiesa italiana sul fronte della difesa della vita, con diversi interventi di cardinali e arcivescovi, che hanno risposto a domande e spiegato di nuovo la scelta della Conferenza episcopale di chiedere il non-voto ai credenti sul referendum del prossimo mese di giugno.

Da Bari, per la Radio Vaticana, Fabrizio Mastrofini.
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Al termine della Messa, dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha salutato una rappresentanza del Comitato organizzatore. Quindi alle 12.30, raggiunto il campo sportivo alle spalle del palco, si è congedato dalle autorità italiane che lo avevano accolto ed è salito sull’elicottero per far rientro in Vaticano. E’ così terminato il XXIV Congresso Eucaristico Nazionale, caratterizzato da diversi appuntamenti di preghiera, di riflessione e di approfondimento. E ieri, la vigilia della prima visita apostolica di Benedetto XVI è stata l’occasione per un primo bilancio del Congresso, cominciato il 21 maggio scorso. Dal capoluogo pugliese, il servizio del nostro inviato Fabio Colagrande: RealAudioMP3

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Nella conferenza stampa conclusiva, il Comitato organizzatore ha reso noto le cifre di un evento ecclesiale che ha registrato in 9 giorni 67mila iscritti, di cui 30 mila dalla diocesi di Bari e Bitonto, 27 mila dalle altre diocesi pugliesi e circa 10 mila dalle altre diocesi italiane. Secondo l’arcivescovo della città, mons. Francesco Cacucci, l’elemento caratterizzante di queste giornate è stata la presenza straripante di giovani, mentre, per quanto riguarda i contenuti, è stato centrale il momento ecumenico di mercoledì quando, per la prima volta in un Congresso eucaristico, si è parlato della domenica come segno fondamentale nel cammino per l’unità dei cristiani. Il presule si è detto molto soddisfatto della grande eco che il Congresso ha avuto a livello nazionale, anche se spesso – ha osservato – i media hanno cercato il sensazionalismo.

Anche l’Arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, tra gli ospiti dell’ultima giornata congressuale, ha osservato che è stato improprio ridurre il Congresso eucaristico al solo tema del referendum sulla fecondazione artificiale, così come hanno fatto molti organi di stampa. Mons. Cacucci, che è anche presidente del Comitato organizzatore dei Congressi eucaristici italiani, si è detto altrettanto felice per la risposta della città: “Dire che Bari è stata distratta è assolutamente falso”, ha affermato rispondendo ai giornalisti.

A chiudere la giornata di ieri, in attesa della domenica e dell’arrivo del Papa, è stata la grande festa-spettacolo di musica, danza e poesia, dedicata alla Risurrezione, una veglia che ha radunato circa 50 mila giovani sull’ansa di Marisabella, molti dei quali hanno trascorso la notte sotto le stelle aspettando la concelebrazione odierna. Un’ideale anticipazione della Giornata mondiale della Gioventù di Colonia, dove il 14 agosto prossimo arriverà la Fiaccola della Pace accesa all’inizio del Congresso e benedetta oggi dal Papa.

Da Bari, Fabio Colagrande, Radio Vaticana.
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