Cattolici e anglicani sorprendentemente vicini sulla devozione alla Vergine Maria
(18 maggio 2005 - RV) Passa allo studio dell’Autorità della Chiesa cattolica e della
Comunione Anglicana il documento elaborato dalla Commissione internazionale cattolica
– anglicana (Arcic) presentato in questi giorni a Seattle, negli Stati Uniti. Il documento,
che si intitola “Maria: grazia e speranza in Cristo” riconosce, in sostanza, che il
culto di Maria, tanto radicato nella tradizione cattolica come in quella ortodossa,
non dovrebbe essere motivo di sostanziali divisioni teologiche tra le due Chiese,
dato che ha il suo fondamento nelle Scritture e nel cristianesimo delle origini e
che quindi può considerarsi parte anche del patrimonio anglicano. Ma per capire se
si tratta di un passo storico e quali novità effettivamente comporta, Giovanni Peduto
ha incontrato mons. Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione
dell’unità dei cristiani:
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R. – Specificamente diciamo che tra noi cattolici e gli anglicani, e in genere
anche il mondo protestante, semplificando si dice sempre che i cattolici sono a favore
di Maria e i protestanti no. In questo documento abbiamo studiato, per diversi anni
con persone molto competenti, la realtà di Maria nella vita della Chiesa e nella dottrina
e abbiamo trovato che sui punti fondamentali siamo veramente molto vicini. Abbiamo
trovato anche su punti che possono essere quelli più difficili una convergenza sorprendente.
D.
– C’è dunque una maggiore comprensione a livello teologico tra cattolici e anglicani
per quanto riguarda il culto mariano?
R. – C’è e c’è una riscoperta anche nel
mondo anglicano dell’importanza di Maria. Abbiamo trovato, leggendo e rileggendo
i testi fondanti della Comunione Anglicana, un posto privilegiato per Maria. Influenze
posteriori hanno portato, per buona parte, la Comunione Anglicana a distanziarsi di
più dalla tradizionale devozione a Maria. Però, bisogna anche dire che una buona parte
della Comunione Anglicana è sicuramente vicina a noi in questa devozione.
D.
– Questo documento ora porta a una facilitazione nel dialogo ecumenico tra anglicani
e cattolici. Più in generale a che punto è il dialogo ecumenico tra cattolici e anglicani?
R.
– Questo documento va ora presentato alla Chiesa cattolica e alla Comunione Anglicana.
Vedremo quale sarà la risposta, perché è un documento da studiare e da assimilare,
non è una dichiarazione formale, autoritaria della dottrina. Pertanto, ci vuole un
po’ di tempo adesso per vedere se sarà bene accolto o no. Penso che sarà molto interessante
vedere la reazione non solo tra noi e gli anglicani ma anche nel mondo ecumenico in
generale, perché il documento presenta anche punti di metodologia che possono risultare
nuovi e interessanti per il dialogo ecumenico. **********