2005-05-14 16:08:06

Pakistan: oltre 600 arresti e 20 esecuzioni capitali dal 1988 per chi ha offeso il Corano o Maometto


(14 maggio 2005 - RV) A causa della “legge sulla blasfemia” in vigore in Pakistan, dal 1988 ad oggi sono 647 le persone accusate e incarcerate, mentre 20 sono quelle assassinate. Questi dati emergono dal rapporto che la Commissione Nazionale “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale del Pakistan ha pubblicato giovedì scorso. La legge sulla blasfemia è stata introdotta nel 1986. Una sezione si riferisce alle offese al Corano, punite anche con l’ergastolo; un’altra prevede la pena di morte o l’ergastolo per “quanti con parole o scritti, gesti o rappresentazioni visibili, con insinuazioni dirette o indirette, insultano il sacro nome del Profeta”. La disposizione, che permette di incarcerare il presunto trasgressore in seguito a semplici dichiarazioni orali prestate da qualsiasi cittadino, favorisce talvolta l’utilizzo della legge come strumento di vendetta personale. La Chiesa cattolica pakistana definisce la normativa “ingiusta e discriminatoria” e da molto tempo ne chiede la totale cancellazione, criticando apertamente i superficiali emendamenti apportati dal governo del generale Pervez Musharraf. Secondo quanto sottolineato dall’agenzia di stampa “AsiaNews”, le modifiche si limitano a vizi di procedura e applicazione della legge, mantenendo in vigore la pena di morte per chi offende Maometto. Secondo quanto scritto nel rapporto della suddetta Commissione, i cristiani in carcere con l’accusa di blasfemia sono attualmente più di 80: un numero elevato se si considera la bassa percentuale dei cristiani rispetto alla popolazione pakistana (solo l’1%). Il documento informa, inoltre, che il 50% degli accusati di blasfemia sono musulmani, il 37% ahmadi, il 13% cristiani e l’1% indù. I casi sicuramente censiti – ha spiegato Peter Jacob, presidente della Commissione – sono 647, ma si stima che possano essere molti di più. Secondo quanto riferito l’estate scorsa ad “AsiaNews” da Ejaz ul Haq, ministro federale per gli Affari religiosi, è solamente negli ultimi 18 anni che si registra un abuso della legge, poiché dal 1927 al 1986 si erano registrati solo 7 casi di blasfemia. Nei processi iniziati a partire dal 1988, 102 persone sono state assolte dalla Corte suprema del Pakistan. Delle 20 persone uccise, 14 sono musulmane e 6 cristiane. Fra le persone assassinate dagli integralisti, vi è anche un avvocato ex giudice della Corte Suprema, Arif Huassain Bhatti, che aveva scelto di difendere gli imputati di blasfemia. In Pakistan, su una popolazione di 155 milioni di persone, i musulmani sono il 97%, in maggioranza sunniti, con il 20% di sciiti. I cristiani sono il 2,5%, fra i quali oltre 1 milione di cattolici.







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