2005-05-14 08:33:13

Brevi dal mondo


(14 maggio 2005 - RV) Sette morti ed almeno venti feriti. Questo il bilancio delle proteste scoppiate ieri in Afghanistan dopo l’arrivo delle notizie secondo cui negli interrogatori condotti dagli Stati Uniti nella base di Guantanamo si sarebbe dissacrato il Corano. Proteste si sono avute anche in Libia, nei Territori palestinesi ed in Pakistan. La Casa Bianca ha aperto un’inchiesta.
 
Brusca impennata di tensione ieri alla frontiera fra Israele e Libano. Per la prima volta da gennaio sono entrate in azione artiglieria e aviazione dello stato ebraico, che hanno bombardato e distrutto quattro postazioni Hezbollah nel Libano meridionale. L’area interessata è quella delle “Fattorie di Shebaa”, una zona controllata da Israele, che secondo gli hezbollah fa parte del territorio libanese, mentre l'Onu ritiene che sia un pezzo di Siria.
 
L'Iran intende continuare ad aderire al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, anche se non vuole rinunciare al diritto di sviluppare una tecnologia nucleare a scopo pacifico. Lo ha riferito ieri il ministro degli Esteri di Teheran Kamal Karrazi, all'indomani dell'annuncio di una ripresa delle attività di arricchimento dell'uranio.
 
Clima di distensione tra le due Coree sul fronte nucleare. Pyongyang ha proposto a Seul la ripresa dei colloqui, chiedendo un incontro di lavoro per il 16 e 17 maggio al confine tra i 2 Paesi. La proposta è contenuta in un messaggio inviato dal capo della delegazione di Pyongyang nei colloqui inter-coreani.
 
Sono quasi 18 milioni i taiwanesi chiamati oggi alle urne per eleggere i 300 membri dell’Assemblea Nazionale, l’organo responsabile dei temi costituzionali. 12 i partiti politici presenti nella tornata. Secondo le previsioni solo il 40% degli aventi diritto si recherà alle urne.
 
Ci trasferiamo ora nel sud delle Filippine, e precisamente sull’isola di Jolo, dove l'esercito di Manila ha ucciso sei membri del gruppo terroristico Abu Sayyaf, legato ad Al Qaida. Secondo fonti militari durante la battaglia due soldati filippini sono rimasti feriti. Da circa dieci anni, gli uomini di Abu Sayyaf attaccano cristiani e stranieri nel Sud dell’arcipelago asiatico.  







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