Benedetto XVI ordina domani mattina in San Pietro 21 nuovi sacerdoti
(14 maggio 2005 - RV) La diocesi di Roma avrà da domani 21 nuovi sacerdoti e sarà
lo stesso Benedetto XVI a presiedere domani mattina, alle 9.30, la cerimonia di ordinazione
che la nostra emittente seguirà in radiocronaca diretta, dalle 9.20, con commenti
in italiano, tedesco, francese, spagnolo e, su satellite, in lingua inglese e portoghese.
Sei dei futuri sacerdoti appartengono al Seminario Romano Maggiore, nove al Seminario
Redemptoris Mater, mentre gli altri sono membri di Istituti religiosi di diritto diocesano,
presenti a Roma. Sette sono di nazionalità italiana, gli altri provengono invece da
Irlanda, Uruguay, Nigeria, Costa Rica, Romania, Bolivia, Perù, Kenya, Angola. Al rettore
del Seminario Romano Maggiore, mons. Giovanni Tani, Giovanni Peduto ha chiesto anzitutto
di tratteggiare un profilo dei prossimi ordinandi, tutti legati da un’età media piuttosto
alta, che va da poco meno di 30 anni a oltre 50:
********** R. - Maurizio,
il 55.enne, lavorava ai Beni Culturali presso la Presidenza del Consiglio e, in particolare,
si occupava di musica. Il suo percorso vocazionale è stato abbastanza lungo: è iniziato
dopo i 40 anni ed è approdato al Seminario Romano cinque anni fa. Enzo lavorava nel
Centro Meccanografico delle Poste, aveva un posto sicuro, come si dice, e qui a Roma
la vocazione lo ha portato in Seminario per questa nuova avventura. Giovanni, laureato
in lingue, compreso il russo, ha lavorato anche lui prima di entrare in seminario.
Gli altri tre hanno percorsi vocazionali più tradizionali, legati alla vita parrocchiale.
D.
– Verrebbe da chiedere perché si sono fatti sacerdoti e, più in generale, perché farsi
sacerdoti oggi…
R. – Questa è una domanda molto impegnativa, che sconfina nel
mistero di Dio e nel mistero dell’uomo e nella loro libertà. Certo è che accanto all’essere
attirati fortemente da Dio, tutti questi riportano dentro anche la consapevolezza
che non si tratta di qualche cosa per sé ma per gli altri, per far sì che la vita
di tutti raggiunga lo scopo, il suo scopo nell’amore di Dio e nell’amore degli altri.
Avvertiamo sempre più diffuso, oggi più che mai, il bisogno di trovare un senso profondo
al vivere. I sacerdoti e coloro che lo diventano sentono di essere qui al centro di
un impegno molto forte e molto bello.
D. – Lei, certamente, a questi novelli
sacerdoti, avrà spiegato quali sfide li attendono…
R. – Credo che la sfida
principale sia la sfida della fede: procedere nella fede in un ambiente dove essa
non è più così immediata, così facile, giacché viviamo prevalentemente in un clima
di indifferenza. L’altro aspetto, la grande sfida di oggi, è quello del trasmettere
la fede. E’ sempre più evidente che la trasmissione della fede ha bisogno di una grande
esperienza ed ha bisogno di rivestirsi di bellezza: una trasmissione che sappia cioè
attirare, che sappia affascinare.
D. – Monsignore, cosa direbbe ad un giovane
che le dicesse invece di sentire la vocazione?
R. – Gli raccomanderei, immediatamente,
di affidarsi molto alla Chiesa, ad un’esperienza di Chiesa, di comunità, e quindi
di rivolgersi subito alla parrocchia, di intensificare la sua vita di partecipazione
alla comunità, di affidarsi ad un direttore spirituale esperto, in grado di aiutarlo
a “leggersi” in questo suo orientamento vocazionale, di pregare molto e di compiere
opere di carità, cioè di aiuto agli altri e di verificarsi in tutto questo per vedere
se questo richiamo alla vocazione sacerdotale regge e si irrobustisce nel tempo o
meno.
D. – Circa la curva vocazionale?
R. – Direi che in questi ultimi
anni l’andamento delle vocazioni nel mondo tiene abbastanza. E’ certo che c’è stato
un grosso calo negli anni precedenti e negli ultimi anni c’è una sostanziale tenuta.
Se guardiamo le grandi aree del mondo, dobbiamo dire che l’area principale, la prima
per numero di vocazioni, è l’America. Certamente l’America del Sud, in primo luogo,
ma il dato riguarda tutta l’America con 37.191 unità, poi c’è l’Asia con uno scarto
abbastanza notevole, con 27.931; per l’Europa con 24 mila, l’Africa con 21 mila e
l’Oceania con 955 seminaristi. Penso che questi numeri possano dare una certa idea.
Certo noi stiamo in Europa e sappiamo che l’Europa Occidentale soffre ancora, in questo
momento, di una crisi che attende una risposta ancora forte per quanto riguarda questo
problema.
D. – La diocesi di Roma, specificamente?
R. – La diocesi di
Roma diciamo che per le vocazioni ha anche una tenuta sostanziale. Quest’anno il numero
dei sacerdoti ordinati sono sei. L’anno prossimo ancora un numero abbastanza basso,
poi ci saranno degli anni con numeri più elevati e diciamo che l’ingresso in seminario,
in questi ultimi anni, è abbastanza soddisfacente con un numero per la diocesi di
Roma che supera le dieci unità all’anno. **********