2005-05-11 15:53:14

Nella Conferenza Mondiale di Atene i cristiani rilanciano la missione e l'evangelizzazione


(11 maggio 2005 - RV) Sono in corso ad Atene i lavori della Conferenza Mondiale sulla missione e l’evangelizzazione promossa dal CEC, il Consiglio Ecumenico delle Chiese sul tema: “Vieni, spirito Santo, guarisci e riconcilia! Chiamati in Cristo ad essere comunità di riconciliazione e di guarigione”. Il CEC è il più importante organismo ecumenico a livello mondiale: fondato nel 1948, riunisce oltre 340 Chiese cristiane: la Chiesa Cattolica non ne fa formalmente parte, ma coopera con il Consiglio in modo stabile con propri rappresentanti. Nella relazione introduttiva il pastore metodista keniano Samuel Kobia, segretario generale del CEC, ha invitato a portare a tutto il mondo il messaggio d’amore e di pace di Cristo, anche se può essere impopolare. Ma sul clima che c’è alla Conferenza ad Atene ascoltiamo uno dei delegati cattolici presenti all’incontro, il prof. Giovanni Giuranna, missionario laico comboniano, intervistato da Sergio Centofanti:
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R. – Il clima è veramente straordinario, da un punto di vista spirituale. A questo appuntamento sono presenti praticamente più di 300 tra Chiese e organizzazioni diverse, che si ripete ogni 8 anni. Siamo, per la prima volta, in un contesto a maggioranza ortodossa e ci confrontiamo sul tema della missione, che oggettivamente è uno dei temi su cui esistono vari elementi di difficoltà. Il classico tema del proselitismo, del territorio canonico da parte ortodossa, tutto questo non è emerso. C’è un clima di grande serenità. In particolare, con la giornata di ieri, si è data una introduzione tematica al fatto che lo Spirito sia il principio di guarigione e riconciliazione. Con oggi la riflessione prende un taglio più ecclesiologico, cioè come la comunità cristiana, le comunità cristiane, le Chiese, possono in Cristo essere comunità capaci di riconciliare e di guarire.
D. – I cristiani sono consapevoli di dover testimoniare insieme la fede al mondo?

R. – Tra le varie delegazioni presenti qui direi proprio di sì. Bisogna dire, ovviamente, che il percorso ecumenico, che ha fatto tanti progressi nel corso degli anni, è un lavoro che con fatica ogni denominazione, ogni Chiesa, cerca di far penetrare al proprio interno.

D. – Quali le speranze da questa Conferenza?

R. – Lo scopo è sostanzialmente quello di riuscire a vivere l’ecumenismo dell’amicizia, della conoscenza. Al di là di quello che avviene nelle varie tende, dove si approfondiscono i temi, dove ci si confronta, forse l’ecumenisno procede a gran velocità nei piccoli gruppi dove ogni mattina e ogni sera si ascolta insieme la parola di Dio, e per la prima volta con un metodo nuovo, cioè il metodo della lectio divina, che ha sostituito quello che si faceva in passato, il classico studio biblico che è caratteristico per lo più della tradizione protestante. Quindi, la grande speranza è che questo binomio, riconciliazione e guarigione, possa essere riportato in qualche modo nelle proprie Chiese di appartenenza ed entrare in circolo nell’organismo, diciamo così, del “corpo di Cristo”.
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