(9 maggio 2005 - RV) Dopo le aspre polemiche dei giorni scorsi, i presidenti russo
Putin ed americano Bush sono oggi, l’uno accanto all’altro, sul palco della Piazza
Rossa, dove sta iniziando la parata che celebra il 60° anniversario della vittoria
alleata sul nazi-fascismo. Ieri sera i due leader hanno avuto un lungo colloquio di
oltre un’ora, poi hanno cenato nella dacia di Putin, insieme alle mogli. A Mosca Bush
ha cambiato i toni rispetto al giorno precedente, quando aveva criticato gli accordi
di Yalta e l’oppressione sovietica sull’Est europeo: “Celebriamo una grande vittoria,
lavoreremo insieme per la libertà”, ha detto il capo della Casa Bianca. Ma al di là
delle strette di mano e dei sorrisi, la tensione resta molto alta. Il segretario di
stato Condoleeza Rice ha avuto contrasti con il ministro degli esteri russo Lavrov
sul futuro dei Paesi Baltici che hanno parzialmente disertato le celebrazioni sulla
piazza Rossa. Da Mosca, Giuseppe D’Amato:
E per un
commento sul confronto di queste ore tra Stati Uniti e Russia, Giancarlo La Vella
ha intervistato Pierantonio Lacqua, dell’Ansa di Mosca: Ma a 60 anni dalla
fine della Seconda Guerra Mondiale cosa paga ancora la Comunità internazionale a quella
grande tragedia collettiva costata la vita a 40 milioni di persone tra cui 6 milioni
di ebrei? Alessandro De Carolis lo ha chiesto al prof. Luigi Bonanate, docente di
relazioni internazionali all’Università di Torino: